mercoledì, 1 Maggio, 2024
Economia

Assemblea di Confcommercio. Sangalli: no a tasse, patrimoniali e salario minimo. Piano di crescita

“Ricostruire il futuro”. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio nella sua relazione all’Assemblea annuale della Confederazione non nasconde le difficoltà dei tempi incerti per le 700 mila imprese della sua associazione. I temi sono tutti una sfida: pandemia, Europa, lavoro, fisco, città, welfare. Quella 2021 è definita un’edizione “diversa” sia nella formula che nel contesto storico.
Perché non si può ignorare che è: “l’Assemblea delle imprese che sono state travolte dalla crisi con più intensità e durezza”, che hanno comunque “reagito in modo straordinario”. Ma ora è tempo di “Ricostruire il futuro”, a partire dall’Europa, che “ha bisogno di nuove regole”, dice Sangalli, “dai meccanismi per rafforzare democrazia e vicinanza ai cittadini, attraverso la piena partecipazione delle parti sociali”.

Bene il Piano di rilancio

“Ingenti risorse che dovranno essere spese bene e in tempi molto brevi”, ma bisogna “da subito pensare a come convertirlo in uno strumento europeo strutturale”.

No al salario minimo

“Serve un deciso passo in avanti” auspica Sangalli “nella contrattazione collettiva e dicendo no al salario minimo per legge”. Indica la via di “un circuito virtuoso intorno al quale fare convergere gli impegni di parte pubblica e delle parti sociali: produttività, crescita e crescita dei redditi da lavoro”.  È questo, dice: “il patto che occorre, per mettere al centro dell’agenda politiche misure e risorse da mobilitare per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità”.

Ancora sacrifici

Per l’economia in generale, se le prospettive sono confortanti, non si può dimenticare che “forse è finita la crisi, ma non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”: da quelli del turismo, a quelli della cultura, dei teatri, del cinema. Ma anche del comparto del gioco pubblico, dell’intrattenimento e dello sport. Per non parlare delle discoteche, “ancora inspiegabilmente chiuse”.

Le incertezze

Tre incertezze che gravano sul Paese: investimenti, i consumi la transizione demografica. Il Piano nazionale di Ripresa “ben individua le leve necessarie al Paese per crescere”, ma servono risorse per inserire il turismo “nelle grandi priorità del Paese”, serve risolvere il problema della Bolkestein applicando ”un principio di ragionevolezza per dare certezza agli imprenditori nella continuità della propria attività”, serve “una strategia duratura in favore dell’intermodalità, dalle autostrade del mare al combinato ferroviario, insieme a un processo di rinnovo del parco circolante e delle flotte, a cominciare dalle navi e dai traghetti”, serve “una sostenibilità ambientale che sia contemporaneamente anche sociale ed economica”, serve “ridurre i costi dell’energia, serve mettere le pmi in condizione di fare investimenti per partecipare alla rivoluzione digitale”, servono infine “i finanziamenti garantiti dal Fondo Centrale, la proroga della moratoria dei prestiti bancari e il rafforzamento del sistema dei consorzi fidi”.

No a nuove tasse

Sangalli ribadisce il “no a nuove tasse, perché in questa stagione lo Stato deve dare e non prendere”. “Abbiamo bisogno”, sottolinea, “di meno imposte e più semplici. Aliquote contenute e ampie basi imponibili determinano anche meno occasioni di evasione ed elusione”. Quanto al reddito d’impresa, Sangalli chiede di reintrodurre, “al di sopra delle soglie previste per l’applicazione della flat tax”, l’Iri abrogata nel 2019. E di superare l’Irap “in una forma compatibile tra finanza territoriale e abbassamento della pressione fiscale sulle imprese”. Infine no a qualche forma di patrimoniale, a partire dalla revisione del catasto.

Imprese al femminile

Confcommercio “è impegnata a valorizzare il ruolo dei professionisti” e che “è necessario incentivare l’impresa al femminile con misure dedicate”. Il presidente di Confcommercio chiede che “venga riconsiderato l’aumento di aliquota previsto, a decorrere dal 2022, per gli indennizzi per la cessazione delle attività commerciali”, si è detto d’accordo sull’aggiunta di altre mensilità di cassa integrazione senza oneri fino alla fine dello stato di emergenza, mentre il finanziamento degli ammortizzatori sociali “deve rispondere ad una regola molto semplice: chi più li utilizza, più vi contribuisce”.

 

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