venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

30 anni di Antiriciclaggio. Bilancio positivo 

La normativa Antiriciclaggio è contenuta in un articolato sistema di fonti di livello sovranazionale, comunitario e nazionale che nasce il 10 giugno 1991, con la Direttiva 91/308/CEE del Consiglio, la cd I direttiva AML.

 

Le tappe dell’evoluzione normativa 

Cinque direttive, nell’arco degli ultimi sei lustri, sono state emanate a livello comunitario.  Hanno fatto eco alle “Raccomandazioni” che il GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale) ha dettato a livello mondiale, in ambito OCSE, anche in conseguenza al dilagare di fenomeni criminali particolarmente gravi.

La prima DAML (1991/308/CE) segna la risposta contro la pericolosa espansione del mercato di traffico di sostanze stupefacenti. Il merito che, ancora oggi, si attribuisce a quella I direttiva è quello di aver individuato i principali obblighi Antiriciclaggio: obblighi di identificazione del cliente, di registrazione e segnalazione di operazioni sospette. Di contro, trent’anni fa, il perimetro dei “Soggetti obbligati” era ancora troppo ristretto e tra i destinatari di quegli obblighi, figuravano soltanto gli enti creditizi e finanziari. Dieci anni dopo, la seconda DAML (2001/97/CE) doveva dare una risposta risuonante alle organizzazioni terroristiche internazionali che, distruggendo Twin towers, dichiaravano guerra alla democrazia.

Veniva così esteso il perimetro dei destinatari degli obblighi Antiriciclaggio, fino a ricomprendervi anche i professionisti (Avvocati, Commercialisti, Notai e altri). Il 2005 è l’anno della terza tappa, probabilmente, la più significativa. La terza DAML (2005/60/CE) non è figlia di una situazione di emergenza, piuttosto segna la volontà, condivisa a livello comunitario, di avviare un percorso evolutivo della normativa AML/CFT in chiave di armonizzazione. Tale processo di armonizzazione legislativa è stato così avviato su due piani.

Sul piano internazionale, si armonizzavano gli impianti normativi dei Paesi membri UE applicando al contrasto del terrorismo internazionale le stesse metodologie di indagine e i medesi obblighi già previsti per il contrasto al riciclaggio del denaro sporco. Sul piano dell’ordinamento statuale interno, collocando accanto alla risposta penal-repressiva, contemplata nel Codice penale, una risposta amministrativa-preventiva, contemplata nel Decreto legislativo n. 231/2007 che dava attuazione alla terza direttiva.

Il processo di armonizzazione, virtuosamente avviato nel 2005, trova consolidamento nella quarta (2015/849/UE) che, facendo eco alle nuove Raccomandazioni GAFI del 2012, introduceva significative modifiche al decreto AML. Per effetto della IV DAML, finalmente, assumono rilevanza ai fini della configurabilità del reato di riciclaggio anche i reati fiscali e si avviano i lavori che porteranno all’imminente istituzione di un registro nazionale dei “beneficiari effettivi” e a controlli più stringenti nei confronti delle operazioni effettuate dalle persone politicamente esposte.

Nel 2018, il legislatore europeo scrive la V direttiva (2018/843 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018) che punta massimizzare gli effetti di quel processo di armonizzazione legislativa tra gli Stati membri UE, ponendo massima attenzione su fenomeni sempre più emergenti e connessi allo sfruttamento della rete Internet sia per fini di riciclaggio di denaro sporco sia da parte di gruppi terroristici che ricorrono al finanziamento tramite cripto-asset.

 

Eventi che celebrano i 30 anni dell’Antiriciclaggio

Nek contesto delle celebrazioni si è collocato il Webinar Antiriciclaggio 30 anni di AML: tra passato e futuro, promosso da AICOM e Arkes. All’evento, che ha catalizzato l’interesse dei più grandi esperti dell’Antiriciclaggio, ha riunito allo stesso tavolo le massime autorità competenti dell’azione di prevenzione e contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Basti pensare che ad avviare la sessione dei lavori è stato il dottor Stefano Cappiello, Direttore della Direzione V – Regolazione e Vigilanza del Settore Finanziario – del Ministero dell’Economia e Finanze; il cui intervento è stato seguito da quello di Roberto Cercone, Direttore Rapporti Istituzionali di Vigilanza, Dip.to Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia e da quello di Claudio Clemente, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF). Significativi sul fronte dell’azione penale sono stati gli interventi del dottor Eugenio Fusco, Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Milano e dell’Avv. Ermanno Cappa, con il quale, peraltro, anche chi scrive ha condiviso stimolanti sessioni di analisi del fenomeno del riciclaggio.

L’intervento di chiusura, curato dall’ing. Ettore Valsecchi, Consulente Senior Arkès, ha segnato le necessità e le opportunità che scaturiscono dall’evoluzione dell’Antiriciclaggio. Un’occasione di confronto – ai massimi livelli – quella coordinata da Claudio Cola, Presidente AICOM e messa a disposizione gratuita di una amplia platea di professionisti del settore che evidenzia – ove mai ve ne fosse la necessità – l’eccellenza del modello italiano di Antiriciclaggio.

 

*Giuseppe Miceli, Curatore editoriale e Autore dell’Atlante dell’Antiriciclaggio – Edizione Gruppo Maggioli, 2019-2020

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