sabato, 20 Aprile, 2024
Ambiente

Una legge sul clima. Co2, accelerare sulla riduzione

Nessuno ha dubbi che le terribili alluvioni che si stanno abbattendo sul Nord Europa siano strettamente legate ai cambiamenti climatici causati dall’uomo. La realtà sta convincendo anche i più scettici del fatto che sia urgente intervenire. Anche oggi la Ue è al lavoro in una riunione informale del Consiglio dei ministri dell’Ambiente per discutere del pacchetto di riforme ‘Fit For 55’, che ha appena iniziato il suo lungo iter legislativo e che dovrebbe terminare tra l’ultimo trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023. Ma non tutti sono convinti che si stia facendo abbastanza, per gli ambientalisti le scadenze degli obiettivi da raggiungere sono troppo lontane e per i Verdi “siamo ancora lontani da una legge all’altezza delle sfide ambientali che ci aspettano”, dice l’europarlamentare Eleonora Evi.

 

Azzerare le emissioni prima del 2050

L’azione climatica va accelerata a ritmi esponenziali se si vogliono evitare le conseguenze più pericolose e ingestibili, avverte WWF Italia. L’azzeramento delle emissioni va attuato ben prima del 2050 e nel contempo vanno messe in campo davvero le politiche di adattamento. In Italia, sempre secondo l’organizzazione ambientalista, il Piano è ancora fermo e non è mai passato alla fase attuativa. “Pensando a quanto successo in Germania, dobbiamo immediatamente rendere operativa una politica basata sul ripristino degli ecosistemi fluviali e sul recupero degli spazi che abbiamo rubato ai fiumi. Dal dopoguerra ad oggi, nel nostro Paese, sono circa 2000 kmq”.

 

Necessaria una legge sul clima italiana

Per porre rimedio, Wwf, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, Transport & Environment, hanno fatto richiesta a Governo e parlamentari di una legge sul clima. Per gli organizzatori, infatti, in Italia mancherebbe una norma quadro, che assuma davvero le emissioni di CO2 come uno dei parametri da considerare obbligatoriamente per le decisioni e le azioni.  Le criticità su cui si chiede di intervenire sono il target di riduzione delle emissioni e il cosiddetto carbon budget, ovvero la quantità di emissioni di gas a effetto serra che il nostro pianeta si può permettere, prima che il riscaldamento globale diventi irreversibile. La riduzione al 55% non sarebbe, secondo gli attivisti, sufficiente a contenere l’aumento delle temperature e a rientrare negli accordi di Parigi sul clima, che prescrivono di mantenere l’aumento della temperatura entro gli 1,5 gradi centigradi, o comunque ben al di sotto dei due gradi, rispetto ai livelli pre-industriali. Tra le proposte avanzate, una transizione giusta e inclusiva, oltre a una riforma fiscale in senso ambientale, a partire dalla tassa sul carbonio e, per i settori Ets, dal prezzo minimo del carbonio (carbon floor price). Infine, la definizione di un budget totale e dei budget settoriali di carbonio commisurati agli obiettivi futuri e al percorso di decarbonizzazione, calcolati su solide basi scientifiche e l’istituzione di un organismo consultivo indipendente, un Comitato tecnico scientifico sulla crisi climatica che agisca da base e supporto per le scelte politiche.

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