domenica, 17 Novembre, 2024
Politica

Negoziato difficile, ma finora positivo

La giornata odierna potrà forse essere decisiva per dare una svolta alla crisi politica e portare alla costituzione di un nuovo governo capace di affrontare le sfide più importanti per il superamento della pandemia e la ripresa dello sviluppo.

Il clima della riunione tenutasi ieri alla Camera, stando alle dichiarazioni, sembra costruttivo: da segnalare una dichiarazione di Miglioli, esponente di Italia Viva, il quale, auspicando la costituzione di un esecutivo solido, ha ribadito che da parte del suo partito non sono stati posti veti sulle persone e, in particolare, su Conte e su Gualtieri: quest’ultimo indicato come punto fermo del Segretario del PD Zingaretti.

Sarà quindi possibile – se dopo gli incontri di Montecitorio si lavorerà con buona volontà e spirito costruttivo – proporre un Governo dichiaratamente politico, basato – lo ha detto Rosato, di IV – sull’attuale maggioranza di Governo e su una Bicamerale con Presidenza ai partiti di opposizione.

Secondo indiscrezioni ci si orienterebbe, nel confronto in atto, su un ulteriore potenziamento della spesa per gli ospedali, in modo da superare il nodo ineludibile per l’opposizione del M5S, di una adesione al MES, lo strumento comunitario per la sanità al quale, va detto, non hanno finora fatto ricorso altri paesi dell’UE.

Si è anche cercato di raggiungere un punto di incontro sui temi della giustizia, sulla legge elettorale, sui fondi per gli investimenti infrastrutturali, sul reddito di cittadinanza che PD e Italia Viva intenderebbero rivedere radicalmente sui poteri delle regioni.

Finora la discussione, che non ha visto direttamente impegnati i leaders dei partiti, alla quale ha partecipato anche Tabacci per il nuovo gruppo di responsabili, non ha registrato chiusure pregiudiziali e il clima resta buono, fermo restando che alla conclusione positiva del negoziato sul programma dovrà seguire la scelta dei nomi per il nuovo Governo.

D’altro canto tutte le forze politiche che sono impegnate nel negoziato dovrebbero rendersi conto di come la grave crisi economica che il paese attraversa e gli evidenti scricchiolii sulla tenuta stessa della coesione – l’ISTAT segnala 444.000 occupati in meno a dicembre – richiedano sensibilità istituzionale, solidarietà e determinazione e non precipitare verso una fase grave di instabilità nell’attesa di elezioni politiche anticipate.

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