Una tragedia ha colpito il villaggio di Piplod, nello stato indiano del Rajasthan, dove circa sette bambini hanno perso la vita nel crollo del tetto di una scuola pubblica, avvenuto durante le preghiere mattutine del 25 luglio. Altri 29 studenti sono rimasti feriti, due dei quali in condizioni critiche. L’edificio, una struttura a un piano della Government Upper Primary School, non ha retto alle piogge monsoniche incessanti che da settimane flagellano l’India settentrionale. Secondo testimoni e residenti, il tetto era già da tempo in condizioni fatiscenti, e le segnalazioni inviate alle autorità locali non avevano mai ricevuto risposta. Il crollo ha interessato le aule delle classi 6 e 7, dove si trovavano almeno 17 studenti. Quattro bambini sono morti sul colpo, mentre altri tre sono deceduti in ospedale. Le squadre di soccorso hanno lavorato senza sosta per estrarre i piccoli dalle macerie, mentre genitori e insegnanti attendevano notizie con il fiato sospeso. Il Primo Ministro Narendra Modi ha espresso il proprio cordoglio, definendo l’incidente “profondamente doloroso” e assicurando che le autorità stanno fornendo tutta l’assistenza possibile. Il Ministro dell’Istruzione del Rajasthan, Madan Dilawar, ha ordinato un’indagine formale per accertare le responsabilità e ha promesso misure urgenti per la sicurezza degli edifici scolastici. Il disastro riaccende il dibattito sulla vulnerabilità delle infrastrutture scolastiche nelle zone rurali dell’India, dove il cambiamento climatico e la mancanza di manutenzione si combinano in un mix letale. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, i Paesi più poveri restano privi di sistemi di allerta precoce, aggravando l’impatto delle calamità naturali. Una tragedia annunciata, che ora chiede giustizia.
