lunedì, 14 Luglio, 2025
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Cultura

“Basta che sia femmina”. È questa la nuova tendenza dei futuri genitori di oggi

Per quanto concerne il sesso dei nascituri aumentano le preferenze verso il genere femminile. Così inizia a incrinarsi una tradizione millenaria, apice della società patriarcale, che ha visto il maschio sempre e solo come il favorito. A rivelarlo è un’analisi pubblicata sul “The Economist”, che, però, fa nascere un dubbio: perché i futuri genitori di Paesi anche molto retrogradi, come l’India e la Cina, si mostrerebbero improvvisamente più tolleranti verso le figlie femmine?

Come rivelato da un articolo del “The Economist”, molte coppie di futuri genitori intervistate in giro per il mondo hanno espresso la preferenza verso una figlia femmina. Se, dunque, per secoli abbiamo assistito a una netta predominanza del maschio, oggi questa tendenza pare incrinarsi, seppur lentamente e in una società globale ancora distante da certi ideali.

Il cambio di rotta non è uguale in tutti i Paesi

I tanti cambiamenti a livello economico e culturale che stanno avvenendo nel mondo stanno influenzando le aspettative dei neo-genitori. Il gruppo di ricerca dell’Università Bocconi guidato da Letizia Mencarini ha condotto un’analisi basata sulla seguente domanda: “Se tu potessi avere un figlio solo, di che sesso vorresti che fosse?”. Il campione analizzato, composto da persone tra i 18 e i 49 anni, prendeva in esame otto paesi diversi: Cina, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Spagna, Italia e Norvegia. I risultati sono significativi seppur diversi a seconda dell’area geografica interessata. Mentre in Giappone e in Corea è predominante la preferenze verso una figlia femmina, in Cina, Spagna e Italia si tende ancora a prediligere il maschio. Questo perché nei vari Paesi vigono leggi e situazioni economiche molto diverse tra loro. Dove si è preferito un figlio maschio, infatti, le persone del campione hanno espresso il loro parere sulla base di inequità sociali e altri pregiudizi legati alla scarsa parità di genere. In Norvegia e Singapore non è stata notata alcuna preferenza. In Norvegia, in particolare, dove la parità è più forte è stato ritenuto senza particolare senso esprimere predilizioni verso il sesso del nascituro.

Le vere motivazioni

In generale, questa e altre ricerche hanno dimostrato che la preferenza per il sesso femminile non è affatto un segno di maggiore emancipazione delle donne, anzi. Spesso tale considerazione è frutto di riflessioni fredde e calcolate. Infatti, in passato molte culture preferivano il maschio per le maggiori possibilità che aveva di far carriera e di perpetuare la stirpe familiare tramandando il cognome. Inoltre, leggi e pratiche come l’aborto selettivo o la politica del figlio unico, adottate in Paesi come India e Cina, hanno sfavorito di fatto notevolmente le nascite femminili nel corso di diversi decenni. Ma adesso anche queste pratiche hanno ceduto il passo a considerazioni più pacate. A far cambiare idea potrebbe aver contribuito la convinzione che le figlie femmine siano più premurose e, dunque, più disposte a curarsi dei genitori anziani. Oltre al fatto che i maschi sono considerati maggiormente inclini alla violenza e alla criminalità. E in alcune società benestanti la popolazione maschile giovane si è ritrovata spesso celibe, sola e in casa coi genitori, aumentando così le spese dei nuclei familiari e riducendo le prospettive di rinnovo generazionale.

La preferenza è influenzata dalle condizioni socio-culturale

Insomma, ciò che poteva prospettarsi come un sintomo di svolta culturale è stato invece smascherato dall’analisi delle motivazioni, influenzate alternativamente dal sistema pensionistico e sanitario di alcuni Paesi, oppure dalle esigenze di coppie genitoriali, prese tra lavori pesanti e paure legate alle inequità della popolazione cui appartengono.

Nascono ancora molti più maschi, anche se le donne vivono più a lungo

In ogni caso è bene ricordare che, nonostante le proprie preferenze, nella maggior parte dei Paesi del mondo sono ancora predominanti numericamente i figli maschi. In Italia, secondo l’Istat, esiste un rapporto di 105 maschi ogni 100 bambine. Tuttavia, è anche vero che, prendendo in esame età più mature, diventano predominanti le donne, biologicamente più longeve degli uomini grazie a un corredo cromosomico più forte. Infatti, alcune ricerche hanno evidenziato come il cromosoma maschile Y sia associabile a molte delle malattie caratteristiche della vita adulta e della terza età.

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