In Perù, l’istruzione è diventata un bersaglio. Le bande criminali, sempre più radicate nei quartieri popolari della capitale e delle città costiere, hanno iniziato a colpire sistematicamente le scuole, chiedendo denaro in cambio di “protezione”. Un fenomeno che sta seminando paura tra insegnanti, studenti e famiglie, e che riflette il deterioramento della sicurezza pubblica nel paese andino. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel solo 2024 sono state segnalate oltre 17.000 estorsioni, molte delle quali ai danni di istituti scolastici privati e pubblici. Le modalità sono sempre più aggressive: minacce via WhatsApp, incursioni notturne, lettere anonime lasciate nei cortili. In alcuni casi, i criminali hanno sparato contro le facciate degli edifici per intimidire i dirigenti scolastici. A Lima, nel distretto di San Juan de Lurigancho, uno dei più popolosi e vulnerabili, bande come “Los Malditos de Bayóvar” avrebbero imposto il pagamento di somme mensili a decine di scuole, con la complicità di funzionari corrotti e agenti infedeli. “Se non paghi, ti bruciano l’ingresso o ti sparano contro,” racconta sotto anonimato la direttrice di una scuola elementare, che ha dovuto chiudere per due settimane dopo aver ricevuto minacce di morte. Il governo ha promesso un piano straordinario di sicurezza, ma la popolazione resta scettica. “Le autorità ci dicono di denunciare, ma poi ci lasciano soli,” denuncia un gruppo di genitori in protesta davanti al municipio di Callao. Intanto, centinaia di studenti sono costretti a seguire le lezioni da casa o in strutture improvvisate, mentre il diritto all’istruzione si sgretola sotto il peso della paura.