giovedì, 10 Luglio, 2025
Attualità

Mattarella e il Cgie: “Riforma della cittadinanza, serve una riflessione meditata”

Il Presidente riceve al Quirinale il Consiglio generale degli italiani all’estero: “I connazionali nel mondo sono parte viva della Repubblica. Il ritorno è una sfida per il Paese”

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione dell'incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione dell’incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

C’è un’Italia che vive fuori dai confini, ma non fuori dal cuore della Repubblica. Un’Italia che parla, vota, lavora, studia e sogna in ogni angolo del pianeta. È a questa “nazione oltre la nazione” che Sergio Mattarella si è rivolto ieri con parole ricche di significando, ricevendo al Quirinale il Consiglio generale degli italiani all’estero in occasione della 47esima Assemblea plenaria. Un incontro carico di simboli e contenuti, che ha visto la partecipazione della Segretaria generale del Cgie Maria Chiara Prodi, del Sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo Giorgio Silli e del Segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia.
“Il loro voto fa vivere la società”, ha detto il Presidente della Repubblica riferendosi agli italiani all’estero, facendo presente il valore della partecipazione democratica anche da oltre confine. Il Capo dello Stato ha sottolineato come l’elezione dei rappresentanti nei Comites e nel Cgie costituisca un’espressione tangibile di cittadinanza attiva, “che rafforza la concezione di una democrazia libera, aperta a tutti i cittadini, ovunque essi abbiano scelto di vivere”.

Il dibattito sulla cittadinanza

Il Presidente Sergio Mattarella al termine dell'incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
Il Presidente Sergio Mattarella al termine dell’incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

Il Capo dello Stato ha anche affrontato un tema caldo sollevato dal Cgie: quello della riforma della cittadinanza. Le recenti modifiche normative hanno generato, secondo il Presidente, un “sentimento di spaesamento” in alcune comunità italiane all’estero. Ha invitato perciò a una “riflessione meditata” su eventuali aggiustamenti, ribadendo che i diritti di cittadinanza non sono mai solo formali, ma radicati nel legame con una storia, una lingua, un’identità. Successivamente il Capo dello Stato ha collocato il ruolo degli italiani all’estero in un contesto più ampio: quello della diplomazia culturale, del dialogo internazionale e della pace: “I nostri connazionali hanno saputo rendere ‘prossima’ l’Italia in ogni parte del mondo”, ha detto. “Anche nei luoghi più remoti, sono stati ambasciatori di italofonia, laboriosità, accoglienza”.

La diaspora come risorsa

Nel suo discorso Mattarella ha voluto ricordare il valore storico, culturale ed economico delle migrazioni italiane, citando sia le grandi partenze dell’Ottocento sia l’emigrazione del secondo dopoguerra, sottolineando il ruolo essenziale che milioni di connazionali hanno avuto nella crescita dell’Italia: “Le rimesse finanziarie, i legami con i Paesi ospitanti, la diffusione della cultura e dei valori italiani hanno fatto degli emigrati non solo ambasciatori, ma anche costruttori di ponti tra nazioni”. Il Presidente ha quindi ha rivolto un omaggio speciale alle donne italiane all’estero, “custodi della lingua, della cultura, delle tradizioni”, colonne della famiglia e protagoniste dell’integrazione nei contesti di accoglienza.
Ampio spazio è stato dedicato al fenomeno della “nuova mobilità”, quella di una generazione che parte spesso con titoli di studio, competenze e speranze. “Negli ultimi 15 anni”, ha ricordato, “circa mezzo milione di laureati italiani si è trasferito all’estero, portando con sé talento e determinazione. Una sfida che interpella il nostro sistema-Paese”.

Una politica per il rientro

Il Presidente Sergio Mattarella con Maria Chiara Prodi, Segretaria Generale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, e Giorgio Silli Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale con delega per gli italiani nel mondo in occasione dell'incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
Il Presidente Sergio Mattarella con Maria Chiara Prodi, Segretaria Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, e Giorgio Silli Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale con delega per gli italiani nel mondo in occasione dell’incontro con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

Da qui l’appello centrale del suo intervento: “Il ritorno degli italiani dall’estero è una sfida d’attrattività dell’Italia”. Non un semplice ritorno nostalgico, ma una dinamica positiva di scambio, “una realtà di vasi comunicanti”, in cui l’andata e il ritorno si rafforzano reciprocamente. Perché l’Italia deve saper essere attrattiva, non solo accogliente”. Il tema è più che simbolico. Il rientro dei connazionali dall’estero richiede politiche concrete: incentivi fiscali, accesso agevolato alla sanità e alla previdenza, riconoscimento dei titoli di studio, strumenti di reinserimento nel mercato del lavoro e nell’università. Una politica integrata, che guardi agli italiani nel mondo non come a un fenomeno “esterno”, ma come parte integrante della comunità nazionale.
Mattarella ha lasciato intendere che questa sfida, se raccolta, può tradursi in valore economico e capitale umano, riducendo il danno storico della “fuga di cervelli”.

Il saluto e l’impegno

Benvenute e benvenuti al Quirinale”, ha concluso Mattarella rivolgendosi ai consiglieri del Cgie, rinnovando il ringraziamento per un lavoro “tanto più meritevole perché svolto in una dimensione di puro servizio”. E infine, l’augurio: “Buon lavoro per l’assemblea plenaria. Il vostro impegno è parte viva della Repubblica”.

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