martedì, 17 Giugno, 2025
Economia

Confcommercio: Pil in ripresa, ma i consumi non decollano

Bella: la propensione delle famiglie alla spesa resta debole

Segnali positivi e nodi ancora da scogliere. Confcommercio analizza i dati del secondo trimestre del 2025 e ne trae una doppia conclusione, una positiva e l’altra, più onerosa per le imprese del commercio, negativa. “Nonostante un contesto internazionale ancora segnato da incertezza e tensioni geopolitiche, l’economia italiana continua a mostrare segnali di resilienza anche nel secondo trimestre del 2025”, scrive Confcommercio, che sottolinea: a maggio e giugno il Pil crescerebbe su base congiunturale dello 0,1% valori che porterebbero, nel mese in corso, la variazione su base annua allo 0,8%.

La crescita possibile

Nella media del secondo trimestre”, spiega il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella, “la nostra stima è di una crescita dello 0,4% congiunturale, andamento su cui hanno inciso i buoni risultati di aprile, e dello 0,9% tendenziale. Queste stime sono coerenti con la possibilità di realizzare, in assenza di particolari shock, una crescita nell’intero 2025 prossima allo 0,8%”.L’elemento forse più significativo è l’inversione di tendenza nei livelli di fiducia di famiglie e imprese, con un recupero netto nel mese di maggio. Pur restando inferiori rispetto ai livelli medi del 2024, secondo le rilevazioni Confcommercio-Censis, le oscillazioni recenti offrono indicazioni incoraggianti in chiave congiunturale.

Le dinamiche positive

A sostenere il quadro macroeconomico, evidenzia la Confederazione, “contribuisce anche il raffreddamento dell’inflazione, che si mantiene stabilmente al di sotto del 2%. Le stime per giugno indicano una variazione dei prezzi al consumo dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua. Una dinamica che ha favorito il cambio di passo della BCE, che ha riportato i tassi ai livelli di fine 2022, orientandosi verso una politica monetaria meno restrittiva”.

L’incertezza che frena

Ci sono, tuttavia, fattori che rischiano di ridurre la crescita e la fiducia. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, “l’incertezza sugli sviluppi futuri del contesto internazionale potrebbe frenare il recupero della fiducia, uno degli elementi portanti per il miglioramento degli investimenti e dei consumi nella seconda parte dell’anno”.

Beni tradizionali in sofferenza

Proprio i consumi interni rappresentano il nodo ancora irrisolto della ripresa. “Nonostante la crescita dell’occupazione e il miglioramento del reddito disponibile, la propensione alla spesa delle famiglie italiane continua a restare debole”, evidenzia la Confcommercio. L’indicatore ICC (Indicatore dei Consumi Confcommercio) ha mostrato a maggio una variazione nulla su base annua, dopo un modesto rimbalzo ad aprile. “Il dato è frutto di una leggera crescita nei servizi (+0,4%) compensata da un calo nei beni (-0,3%), confermando una dinamica che vede la domanda spostarsi sempre più verso il terziario. Particolarmente in sofferenza risultano i beni tradizionali, come alimentari, abbigliamento, calzature, mobili e autovetture”, rivela la Confederazione.

La crescita il primo problema

I comportamenti delle famiglie”, fa infine presente Bella, “non sembrano, al momento, ancora riflettere i benefici sul reddito disponibile reale derivanti dalla stabilizzazione dell’inflazione che si conferma, anche a giugno, sotto controllo. Le nostre stime indicano per il mese in corso una variazione dei prezzi al consumo dello 0,1% congiunturale, confermando la crescita su base annua all’1,7%. L’esaurirsi delle moderate spinte inflazionistiche registrate nella parte finale del 2024 e l’ipotesi del permanere dell’inflazione sui livelli attuali anche nei prossimi mesi”, conclude Bella, “è confermata dalla scelte della BCE che, attuando una politica monetaria meno restrittiva, evidenzia come, al momento, il problema principale non sia rappresentato dall’andamento dei prezzi, ma dalla crescita”.

 

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