È entrato in vigore da questa mattina il nuovo riallineamento delle accise su benzina e gasolio previsto dalla riforma fiscale del Governo. Una misura destinata a incidere direttamente sul portafogli di milioni di automobilisti italiani, con effetti diversi a seconda del tipo di carburante utilizzato. La nuova aliquota abbassa l’accisa sulla benzina di 15 euro per mille litri (pari a 1,5 centesimi al litro), che passa da 728,40 a 713,40 euro/1000 litri. Allo stesso tempo, l’accisa sul gasolio usato come carburante aumenta dello stesso importo, salendo da 617,40 a 632,40 euro/1000 litri.
A fare i conti in tasca agli automobilisti è il Codacons, che ha stimato gli effetti della manovra: il riallineamento costerà 364 milioni di euro l’anno agli automobilisti con vetture diesel, mentre farà risparmiare 374,5 milioni di euro a chi possiede auto a benzina.
Chi guadagna e chi perde
Su un parco auto circolante di 40,5 milioni di veicoli, circa il 42% è alimentato a benzina (oltre 17 milioni di vetture) e il 40,9% a gasolio (oltre 16,6 milioni). In pratica, la misura colpisce e premia un numero simile di cittadini, ma con effetti opposti. Per chi guida un’auto diesel, l’aumento dell’accisa, considerando anche l’Iva al 22%, equivale a un rincaro di 1,83 centesimi al litro, che significa 0,915 euro in più per un pieno da 50 litri e +21,96 euro l’anno ipotizzando due pieni mensili. Specularmente, chi ha un’auto a benzina vedrà un risparmio identico.
“Bene l’abbassamento delle accise sulla benzina, che risponde a una nostra richiesta. Certo, i possessori di auto diesel saranno penalizzati, ma l’aggravio sarà bilanciato da un risparmio equivalente per chi usa benzina. Ma, ci chiediamo che fine abbia fatto l’unica misura davvero utile per i consumatori: l’app per confrontare i prezzi dei distributori, prevista dal decreto legge del gennaio 2023. Dopo oltre due anni, nessuna notizia: un ritardo vergognoso”.