Un messaggio chiaro e inequivocabile quello lanciato ieri da Sergio Mattarella: garantire sì giustizia e sostegno, ma accompagnando il tutto da un quadro normativo che sia coerente con i principi costituzionali di uguaglianza, ragionevolezza e non discriminazione. È la richiesta di Sergio Mattarella che ieri ha promulgato la legge recante ‘Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale’, approvata dal Senato il 21 novembre 2024 e successivamente dalla Camera dei Deputati il 20 marzo 2025. Una legge fortemente simbolica, che intende riconoscere misure di sostegno alle famiglie colpite da tragedie infrastrutturali come quella del Ponte Morandi, ma che nella visione del Capo dello Stato presenta appunto elementi di forte criticità, sotto il profilo dell’equità e della conformità costituzionale. In una lettera indirizzata ai Presidenti delle Camere e al governo, il Presidente della Repubblica ha illustrato le ragioni che, pur non impedendo la promulgazione, rendono necessaria una riflessione approfondita su alcuni passaggi della norma. Il Capo dello Stato riconosce la volontà parlamentare di esprimere solidarietà nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Ma, come egli stesso ha detto, “non posso sottrarmi al dovere di segnalare taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione”.
Al centro delle perplessità di Mattarella vi è la scelta di limitare i benefici esclusivamente ai casi di cedimenti di “infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”. Una formulazione che pone interrogativi sia sotto il profilo interpretativo – cosa si intende esattamente per “rilievo nazionale”? – sia, soprattutto, sotto quello del rispetto del principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.
I dubbi
“Non è ragionevole e contrasta con il principio di eguaglianza l’esclusione di analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali”, ha scritto il Presidente, evidenziando come la sofferenza delle famiglie colpite da tragedie simili non possa essere distinta in base al tipo di infrastruttura coinvolta. Ancor più grave, a suo giudizio, è la mancata considerazione di eventi luttuosi causati da crolli in altre tipologie di edifici pubblici o privati. “Abbiamo purtroppo registrato, in passato, vittime causate da eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole”, ha proseguito il Capo dello Stato, richiamando alla memoria la tragedia di San Giuliano di Puglia, dove nel 2002 persero la vita 27 bambini e una maestra sotto le macerie di una scuola elementare. “Non si comprende pertanto perché non venga preso in considerazione ogni altro malaugurato evento analogo: basta pensare a ospedali, strutture sportive, o di spettacolo”.
Altri rilievi riguardano la definizione dei beneficiari e l’ordine di priorità nell’attribuzione delle elargizioni economiche. L’articolo 2 della legge stabilisce che i benefici spettano, in ordine: al coniuge superstite, ai figli (in mancanza del coniuge), e infine al convivente stabile o all’altra parte dell’unione civile.
Discriminazione da superare
Secondo Mattarella, tale gerarchia introduce una distinzione inaccettabile, discriminando i conviventi e le persone unite civilmente rispetto ai coniugi. Il Presidente richiama una solida giurisprudenza costituzionale (dalle sentenze n. 8 del 1996 alla recente n. 148 del 2024) che ha ribadito come ai conviventi di fatto e ai partner delle unioni civili debbano essere riconosciute le stesse prerogative del coniuge. In particolare, il Presidente ha precisato che “i beneficiari dell’elargizione devono intendersi tutti i figli di ciascuna vittima, ivi inclusi quelli da rapporti di convivenza o di unioni civili”, affinché non si crei una “discriminazione tra figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori”. Non solo: ha sottolineato come sia priva di fondamento anche la previsione secondo cui il convivente venga equiparato al coniuge solo se ci sono figli minori, escludendo ogni altra ipotesi di convivenza stabile. “Una limitazione che ignora i principi già sanciti dalla Corte costituzionale”.
Un ulteriore punto critico riguarda l’articolo 4 della norma, che delega a norme secondarie (dunque atti regolamentari o decreti ministeriali) la determinazione degli eventi dannosi rilevanti e dei soggetti beneficiari. Mattarella segnala che una tale ampiezza di discrezionalità non è compatibile con i principi del nostro ordinamento.
Le risorse incerte della legge
“Come costantemente affermato dalla Corte costituzionale, la fonte primaria deve assicurare una disciplina sufficientemente dettagliata”, ha ricordato il Capo dello Stato, citando tra le altre le sentenze n. 198 del 2021 e n. 192 del 2024. Il rischio è che in assenza di criteri precisi, si proceda a interpretazioni arbitrarie, inaccettabili soprattutto in un ambito così delicato e connesso a diritti fondamentali. Oltre a ciò, lo stesso stanziamento previsto dalla legge appare esiguo e potenzialmente insufficiente rispetto alle necessità: 7,1 milioni di euro per il 2025 e solo 1,6 milioni annui a partire dal 2026. Una dotazione limitata che, come osserva Mattarella, rende ancor più problematico garantire l’equità e l’efficacia degli interventi.
Nel concludere la sua lettera, il Presidente della Repubblica ha lanciato un appello diretto al legislatore. “Rivolgo pertanto al Parlamento e al governo l’invito a considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi”.
Il ricovero
In serata Mattarella è stato ricoverato presso l’ospedale Santo Spirito di Roma per un intervento al pacemaker. Si tratta, come confermato da fonti del Quirinale, di una procedura programmata e senza alcun elemento di preoccupazione. L’operazione si è svolta in un clima di assoluta tranquillità e rientra nel quadro della normale attività di controllo e aggiornamento del dispositivo medico. A tranquillizzare l’opinione pubblica è stato lo stesso Quirinale, che ha voluto sottolineare come il Capo dello Stato abbia lavorato regolarmente per tutta la giornata, ricevendo anche il Presidente del Montenegro Milojko Spajić in visita ufficiale.