L’esortazione apostolica a tutte le persone di buona volontà nella “Laudate Deum” di Papa Francesco e, dal decimo piano dell’Ospedale “Agostino Gemelli”, il suo messaggio di speranza: “La morte non è la fine” “Per favore non dimenticatevi di pregare per me”. Da quando i suoi “fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo” Papa Francesco non ha mai interrotto il dialogo con la gente e a pregare per la pace degli abitanti del Pianeta. Già nell’Angelus del primo settembre 2013 papa Bergoglio rivolge un appello universale per la pace in Siria, condannando l’uso di armi chimiche e esortando la comunità internazionale a iniziative basate sul dialogo e sul negoziato. A San Pietroburgo, ove era in atto la riunione per il G20, vi fa giungere una lettera per la pace, illustrata anche agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede.
Nel febbraio 2022, a seguito dell’invasione russa all’Ucraina, Papa Francesco non esita a recarsi personalmente dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede per perorare la richiesta di un immediato cessate il fuoco e l’inizio di trattative tra le parti per trovare una soluzione diplomatica a favore del “martoriato popolo ucraino”, condannando la guerra “ingiusta e sacrilega”. Invita anche l’Occidente a riflettere sulle proprie responsabilità.
La tutela dell’ambiente
Il richiamo del papa all’esempio di San Francesco d’Assisi, del quale ha voluto prendere il nome, è già nell’omelia della messa inaugurale del suo pontificato. Invita tutti ad avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. Rivolge un appello ai governanti e a tutti gli abitanti del Pianeta perché tutelino l’ambiente.
Laudato si’, non a caso, trae lo spunto dal “Cantico delle Creature” di San Francesco e come sua seconda enciclica, il cui testo viene reso pubblico il 18 giugno 2015, dedica buona parte alle problematiche ambientali, con la interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità, che definisce ecologia integrale.
Articolo 9 della Costituzione
L’invito del Papa a fare qualcosa per l’ambiente è stato subito recepito dal nostro Parlamento che, con legge costituzionale n.1 dell’11 febbraio 2022, dopo il prescritto iter delle doppie votazioni di Camera e Senato di cui all’articolo 138, aggiunge nell’articolo 9 il seguente comma: “La Repubblica….Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
La crisi climatica nella “Laudate Deum”
L’esortazione apostolica diretta a tutte le persone di buona volontà pubblicata il 4 ottobre 2023, probabilmente non è stata ancora metabolizzata dai poteri forti e forse poco conosciuta o completamente ignorata da tantissime altre persone nel mondo.
Non a caso preoccupazioni e sollecitazioni vengono evidenziate da Papa Francesco, nella parte dedicata a “Il crescente paradigma tecnocratico” ritenuto “alla base dell’attuale processo di degrado ambientale”.
Nel “Ripensare il nostro uso del potere” afferma che ““Dobbiamo tutti ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti. Il nostro potere, infatti, è aumentato freneticamente in pochi decenni. Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza. Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi.””
Col “Il pungiglione etico” mette in relazione la decadenza etica del potere reale mascherata dal marketing e dalla falsa informazione. E che ““…quando si pensa di avviare un progetto con forte impatto ambientale ed elevati effetti inquinanti, gli abitanti della zona vengono illusi parlando del progresso locale che si potrà generare o delle opportunità economiche, occupazionali e di promozione umana che questo comporterà per i loro figli.”
Stimola, quindi, a ragionare ““…che in seguito a tale progetto resteranno una terra devastata, condizioni molto più sfavorevoli per vivere e prosperare, una regione desolata, meno abitabile, senza vita e senza la gioia della convivenza e della speranza; oltre al danno globale che finisce per nuocere a molti altri.””
In Italia, purtroppo, da nord a sud, abbiamo molti esempi concreti con opifici industriali dismessi o in crisi con migliaia di famiglie in difficoltà.
Le conferenze sul clima: progressi e fallimenti
Nella esortazione apostolica “Laudate Deum” si legge, in sintesi, che alla buona volontà dei rappresentanti degli oltre 190 Paesi che periodicamente si riuniscono per affrontare la questione climatica, ad iniziare dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, passando per quella di Kyoto del 1997 coi sui buoni propositi di riduzione delle emissioni complessive di gas serra rispetto al decennio precedente, non seguono azioni concrete. Evidenzia, infatti, che già “La scadenza del 2012 non è stata rispettata”.
Così come anche nella Cop21 di Parigi 2015 si raggiungono buoni propositi, con obiettivi vincolanti ma l’ampia discrezionalità e la mancanza di sanzioni non garantisce l’osservanza, benché sia stata prevista flessibilità per i Paesi in via di sviluppo.
Nel giugno 2019 Papa Francesco parla dell’emergenza climatica e dell’irresponsabilità delle passate e presenti generazioni come “un brutale atto di ingiustizia verso i poveri e le generazioni future”, sostenendo che sono i poveri che “soffrono il peggior impatto della crisi climatica”.
Afferma che sono scarsi i risultati che emergono dalla COP25 di Madrid del 2019 e dalla COP26 di Glasgow del 2021. Mentre la Cop27 di Sharm el-Sheikh del 2022 si trova nel contesto dell’invasione subita dall’Ucraina, con la conseguente crisi economica ed energetica.
Afferma che il generale basso livello di attuazione viene motivato dal fatto che: ““…i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità””.
Chi è veramente Papa Francesco?
Instancabile e rivoluzionario che ha sempre sulla bocca e nei suoi scritti “pace duratura nel mondo”. Non favorevole all’aborto, come anche contrario all’eutanasia e agli altri gravi delitti contro la vita e la famiglia. Responsabile per tali opinioni in particolare sui legislatori, i governanti e gli operatori sanitari.
Nell’enciclica Lumen fidei, redatta a quattro mani con Papa Benedetto XVI, ribadisce e valorizza il ruolo della famiglia intesa come unione tra uomo e donna nel matrimonio.
Nei confronti dei gay, sin dall’inizio del suo pontificato in occasione della Giornata mondiale della gioventù (conferenza stampa in data 29 luglio 2013), dichiara: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”
Sempre vivo e sistematico il pensiero verso la povertà e la disuguaglianza anche da vescovo. In una riunione dei vescovi latino-americani, nel 2007, dichiara: ““Viviamo nella parte più ineguale del mondo, che ha fatto crescere ancora la miseria. L’ingiustizia nella distribuzione dei beni persiste, creando una situazione di peccato sociale che grida al cielo e limita le possibilità di una vita più piena per così tanti dei nostri fratelli.””
Il 30 settembre 2009, al convegno “Las deudas sociales de nuestro tempo” (“I debiti sociali del nostro tempo”) a Buenos Aires, cita il Documento di Santo Domingo redatto nel 1992 in occasione della quarta conferenza generale del Consiglio episcopale latino-americano, nel quale si afferma che “la povertà estrema e le strutture economiche ingiuste che causano grandi disuguaglianze” sono violazioni dei diritti umani, definendo il debito sociale “immorale, ingiusto e illegittimo”.
Speranze e aspettative di Papa Francesco
L’esortazione apostolica di Papa Francesco nella “Laudate Deum” viene resa pubblica il 4 ottobre 2023 e, per la COP28 di fine anno 2023, in essa conclude col seguente auspicio e con una domanda: “”Speriamo che quanti interverranno siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda. Possano così mostrare la nobiltà della politica e non la sua vergogna. Ai potenti oso ripetere questa domanda: “”Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?””