venerdì, 22 Novembre, 2024
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Meloni: “Matteotti è stato un uomo libero ucciso dallo squadrismo fascista”

Il Premier alla Camera per i 100 anni dal discorso del leader socialista assassinato. Presente anche Mattarella

“Siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no”. Con queste parole ieri il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto ricordare la figura del segretario del Partito socialista Giacomo Matteotti, assassinato il 10 giugno del 1924 a seguito di un discorso che tenne il 30 maggio alla Camera dei deputati (riletto ieri dall’attore Alessandro Preziosi dallo stesso scranno) per contestare i risultati delle urne denunciando le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni del 6 aprile.

Alla fine disse rivolgendosi all’avvocato Giovanni Cosattini seduto accanto a lui, e indirettamente ai suoi compagni di partito: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Che avverrà, purtroppo, neanche due settimane dopo: fu rapito e ucciso da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa appunto delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini.

“Rispetto degli altri”

E ieri alla Camera, alla presenza tra gli altri anche del Capo dello Stato Sergio Mattarella (accolto da numerosi applausi), Meloni ha voluto ricordare la lezione di Matteotti, “oggi più che mai, perché ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza”. Alla cerimonia, iniziata con l’esecuzione dell’inno nazionale e quindi con l’inno alla Gioia, presenti anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Presidente della Corte Costituzionale Augusto Antonio Barbera e chiaramente il Presidente della Camera Lorenzo Fontana che ha fatto da ‘cicerone’ alla mostra allestita in Transatlantico e dedicata appunto a Matteotti: “Sullo scranno da cui 100 anni fa pronunciò il suo ultimo discorso è stata messa una targa. A perenne ricordo del suo sacrificio questo scranno non sarà più occupato”, le parole di Fontana che proseguendo il suo discorso parlato di una morte non vana: “Resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile dei nostri giovani. Possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più nella sua memoria”. Secondo la Segretaria del Partito democratico Elly Schlein “l’insegnamento ancora vivo è che non c’è stato un prima e un dopo e che il fascismo è stato strutturalmente violenza e violazione delle libertà. Penso che questo sia il messaggio più forte che l’uomo politico Matteotti ci ha lasciato”.

“Un fatto storico”

Alla Camera ieri era presente anche l’ex numero uno di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. Ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sulle parole di Meloni (“Matteotti è stato ucciso da una squadra di fascisti”) non si è mostrato particolarmente sorpreso: “Stiamo parlando di storia. Inoltre il fiorentino Dumini, che guidava la squadraccia, era notoriamente iscritto al partito fascista”. Insomma, nulla di nuovo sotto al sole, come si suole dire.

Tornando alla mostra, organizzata in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti, va detto che raccoglie una sintesi dell’attività del deputato attraverso i documenti dell’archivio storico e della Biblioteca della Camera, i resoconti parlamentari e una selezione dello scambio epistolare con la moglie Velia Titta, forniti dalla Fondazione di Studi storici ‘Filippo Turati’ e dalla Fondazione Giacomo Matteotti Ets.

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