martedì, 19 Novembre, 2024
Economia

Mattarella: “Un errore cavalcare le paure”. Bonomi: “Riforme istituzionali non divisive”

Confindustria. Per il leader degli industriali il salario minimo non risolve i problemi

Un applauso scrosciante ed emozionante accoglie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La platea è quella dei delegati dell’assemblea annuale di Confindustria riunita al Parco della musica di Roma per ascoltare Carlo Bonomi nel suo ultimo discorso come presidente della Confederazione. In scaletta, contrariamente a quanto avvenuto in altre occasioni, invece, non sono previsti interventi del Governo.

Il monito di Mattarella

Ascoltato e applaudito l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che invita a non cedere alla tentazione di cavalcare le paure.
“Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura”. Per il Capo dello Stato sono, “due i possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti” secondo cui “a fronte delle sfide che la vita ci presenta, non basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni”. “Oppure”, osserva Mattarella, “cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle”.

Economia e democrazia

Il presidente della Repubblica si sofferma sul rapporto tra economia e democrazia e il loro nesso profondo. “Un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità”, sottolinea Mattarella che cita Roosevelt nel ricordare che: “l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”. Il presidente della Repubblica invita poi la platea  a “richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia”.
Mattarella ricordato il “messaggio che Luigi Einaudi” consegnava “il 31 marzo del 1947, nelle Considerazioni finali da Governatore della Banca d’Italia”. A proposito della situazione economica, scriveva Einaudi: ‘È necessario che gli italiani non credano di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi’. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea”.

L’intervento di Bonomi

Attenzione ed emozione raccoglie anche il discorso di Carlo Bonomi, che è l’ultimo del suo mandato come presidente di Confindustria. Il leader della Organizzazione di viale dell’Astronomia entra nel merito dei temi di attualità, auspicando: “riforme che leghino governabilità e capacità di dare voce e rappresentanza alle tante istanze” della società civile. Bonomi lancia un monito alle “forze politiche”: “Guardatevi dal compiere lo stesso errore di sempre. Evitate di progettare interventi sulla forma di Stato e sulla forma di governo maturati e ispirati da una dialettica divisiva, aliena per definizione dalla serietà con cui proporre e giudicare impianti istituzionali così rilevanti per la democrazia e la libertà del nostro Paese. Questo appello non credo affatto che venga dalle sole imprese”.

L’appello alla politica

“Chiediamo”, sottolinea Bonomi dall’assemblea di Confindustria, “regole e scelte politiche in grado di conciliare l’efficienza e l’efficacia dei comportamenti pubblici con gli stimoli all’intraprendenza, all’innovazione, alla capacità di fare, fare bene e fare del bene. Insistiamo, insomma, sulla necessità che anche a livello istituzionale il nostro Paese possa puntare su competitività e inclusione sociale, produttività e solidarietà. I valori stessi della nostra Costituzione, d’altronde, a queste dimensioni si ispirano”.

No alle divisioni sulle riforme

Alle forze politiche il leader degli industriali indica un impegno, quello che sulle riforme istituzionali non ci sia una “dialettica divisiva”. E scandisce: “E’ proprio questo il nostro auspicio finale. Un’Italia che sappia ispirarsi alla volontà di leale collaborazione che ispirò i lavori dei padri costituenti. Un’Italia responsabile, perché la fiducia pubblica si nutre di serietà e non di battute sprezzanti. Un’Italia che sappia costruire sulla forza dei suoi corpi intermedi – imprese, sindacato, volontariato e terzo settore – che racchiudono in sé milioni di italiani di buona volontà e di sacrificio quotidiano”.

Impresa, cuore e ambizione

Nel suo intervento Bonomi si rivolto al presidente Mattarella.
“Noi siamo certi che Lei, signor Presidente della Repubblica, abbia non solo molto a cuore questa Italia, ma sia una voce essenziale per tenerla sulla giusta strada. Noi vogliamo un’Italia pubblica che recuperi attenzione e considerazione per la ricchezza dell’impegno che, come corpi sociali, poniamo in essere ogni giorno al servizio del nostro Paese. Come imprenditori ci impegniamo con competenza e dedizione, cuore e ambizione”.

Garante della Costituzione

Nella giornata internazionale della Democrazia il leader degli industriali rivendica per Confindustria e il mondo delle imprese un ruolo centrale.
“Siamo tra coloro che credono che, in un ordinamento come il nostro, che correttamente ambisce a una maggiore stabilità di governo, il Capo dello Stato debba continuare ad essere il garante della Costituzione”. “Siamo certi che Lei continuerà a far sentire la sua voce ferma e ispirata a tutela dei principi della nostra Democrazia, a sostegno delle scelte internazionali fatte liberamente dall’Italia, per l’osservanza e per l’attuazione dei diritti dei cittadini, a partire dai più fragili”.

Il no al salario minimo

Sui temi di attualità il leader degli industriali interviene per indicare le proposte della sua organizzazione.
“Confindustria”, puntualizza Bonomi, “resta convinta che la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”. “La Costituzione ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto” e questa funzione osserva Bonomi: “è affidata alla contrattazione”. “L’industria”, rimarca, “negli ultimi vent’anni ha avuto dinamiche retributive di gran lunga superiori al resto dell’economia”.
“La tutela della sicurezza sul lavoro presuppone regole chiare e semplici e si fonda sulla prevenzione”.

Sicurezza, applicare le norme

Il presidente degli industriali affronta il tema degli incidenti sul lavoro con un richiamo ai ‘contratti collettivi’ che prevedono “piena applicazione della normativa di salute e sicurezza”. “La nostra visione – l’unica che per noi ha senso – è che sia necessario evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa”,  puntualizza Bonomi, “una logica che unisca nelle azioni e nelle relative responsabilità, non che divida e contrapponga, eredità di vecchi antagonismi di classe”.

L’elogio dei Vigili del fuoco

Un gradito intervento musicale è stato quello realizzato dalla banda dei Vigili del Fuoco che in mattinata ha dato inizio all’assemblea di Confindustria. “Desidero innanzitutto rivolgere il più caloroso ringraziamento alla Banda nazionale del Corpo dei Vigili del Fuoco che ha eseguito il nostro inno nazionale”, sottolinea Carlo Bonomi. Ai Vigili del Fuoco sono stati dedicati i passaggi di un cortometraggio che, evidenziando l’impegno sul fronte dell’alluvione, parallelamente sottolinea sfide degli imprenditori come quella dei giorni più difficili dell’emergenza Covid o anche la guerra in Ucraina. “L’intero Corpo dei Vigili del Fuoco”, osserva infine il presidente di Confindustria che evidenzia l’impegno dei vigili del fuoco, “accompagna l’Italia nella prevenzione e difesa contro gli incendi, prodigandosi sino allo stremo in occasione delle purtroppo frequenti calamità che colpiscono il nostro territorio e le nostre imprese. E’ una lunga storia di dedizione e di amore per l’Italia, rispettosa delle risorse, non sempre adeguate, che la politica riserva da decenni ai loro compiti e alle loro strutture. Nel grande rispetto che abbiamo per il vostro lavoro, un sentito ringraziamento da tutta Confindustria”.

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