domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Campagna elettorale costi materiali d’immagine?

La campagna elettorale appena iniziata per l’elezione dei parlamentari della Repubblica italiana della XIX Legislatura avrà un costo in denaro sicuramente superiore a quelle delle precedenti se non altro a causa
della lievitazione dei prezzi dei beni e dei servizi dovuta all’inflazione.

La politica costa perché costa la gestione dei partiti, i quali sono – o dovrebbero essere – la massima espressione della democrazia, attraverso la loro capillare presenza sul territorio nazionale.
I vecchi partiti politici ormai scomparsi, radicati e partecipati sul territorio, erano anche in grado di organizzare il proprio auto-sostentamento, insieme al sostegno del finanziamento pubblico.

La politica ed in particolare i singoli partiti e movimenti hanno sempre più necessità di risorse in campagna elettorale ora rese necessarie per la maggiore estensione dei collegi da presidiare, quasi raddoppiata,
benché si debbano eleggere solamente 600 parlamentari rispetto ai 945 delle altre legislature, compresi i 12 collegi per i residenti all’estero.

Sperperi di denari sono dovuti ai cambi di casacca e di incarichi. Basti pensare che su 76 membri eletti al Parlamento Europeo nel maggio 2019, ben 13 parlamentari sono candidati alle attuali elezioni politiche,
tradendo le aspettative dei rispettivi elettori per la fiducia accordata per l’incarico europeo. Così gli eventuali eletti, se accetteranno, saranno rimpiazzati dai primi aspiranti parlamentari in attesa, di ciascun partito o coalizione estera, personalizzando la poltrona.

Ma il costo più significativo – non ammortizzabile e neanche tangibile e che, purtroppo, perdurerà a lungo nel tempo e nello spazio per le tracce indelebili che lascerà nella mente degli italiani e del mondo intero – è
quello in termini di immagine cui, giornalmente, alcuni candidati si espongono con imprudenza, arroganza o sprezzo verso gli avversari, per meglio accreditarsi verso persone e Stati, lontani per costume e per tradizioni dal modello italiano cioè dai principi consacrati nella nostra Carta Costituzionale.

Protagonismo, ambizioni, bramosia di potere da conservare o da conquistare fanno dimenticare il paziente lavoro di tessitura che ha caratterizzato i nostri Padri Costituenti e dei successori – fino ai nostri giorni – che, bene o male, hanno saputo tener lontano tentazioni con effetti irreversibili e dannosi per tutti.

Sia la pandemia da Covid-19 e sia la guerra della Russia contro l’Ucraina hanno messo in risalto ed in forte discussione molte questioni e problematiche tra cui: il lavoro, la salute, la famiglia, la scuola, l’ambiente, la sicurezza e la cultura civica, tutti beni e valori protetti e garantiti dalla nostra Costituzione e dalle singole norme giuridiche.

È auspicabile che nella campagna elettorale si esprimano ideali e programmi realizzabili per il benessere del Paese e fruibili, da ciascuno, secondo la scala e la priorità dei loro specifici bisogni, di cui si fa – al momento – un gran parlare ed in base alle risorse disponibili.

A proposito di bisogni un illustre uomo politico del secolo scorso scrisse: “Il sarto che ha da vestire un gobbo, se non tiene conto della gobba non riesce. Io non sono conservatore, tutt’altro, vedo troppo
chiaro quanto vi è di brutto e di spregevole nell’andamento attuale della politica italiana, ma non voglio aiutare chi ci porterebbe a cose peggiori.”

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