lunedì, 30 Dicembre, 2024
Dal Parlamento alla Tavola

Finalmente l’Accademia si interessa di credito all’agricoltura

Giuseppe L’Abbate, 37 anni, laureato in Informatica, è deputato della Commissione Agricoltura di Montecitorio dal 2013, già Sottosegretario presso il Ministero delle Politiche Agricole dal settembre 2019 al febbraio 2021, e ora responsabile del Manifesto Politico di ‘Insieme per il Futuro’. Con l’Onorevole abbiamo dato vita ad una rubrica a cadenza mensile denominata “Dal Parlamento alla Tavola” in cui illustriamo le novità legislative e le nuove opportunità messe in campo dal Mipaaf per le filiere agricole e l’intero comparto agroalimentare nazionale.

FINALMENTE L’ “ACCADEMIA” SI INTERESSA DI CREDITO ALL’AGRICOLTURA

Si è celebrato a Roma il 23-24 giugno scorso il congresso annuale della SIEA (Società Italiana di economia Agro-Alimentare) dal titolo “strumenti finanziari e accesso al credito per lo sviluppo delle imprese agricole e agroalimentari.”

In diverse occasioni avevo sollecitato gli studiosi e accademici di economia e politica agraria ad interessarsi di credito come accaduto nella stagione prima del 1993 (anno del nuovo TUB, Testo Unico Bancario) che ha visto grandi personalità occuparsi di credito all’agricoltura tra i quali Luigi Einaudi, primo presidente eletto della Repubblica, Giordano Dell’Amore, Rettore della Bocconi, ma anche in tempi successivi e sino all’attualità Roberto Ruozi, anch’egli Rettore della Bocconi.

La due giorni è stata l’occasione per far incontrare, sul tema credito, gli accademici con le istituzioni (BEI, ISMEA, CREA, MIPAAF), associazioni (CIA, COLDIRETTI; ABI, CONFAGRICOLTURA) e principali Banche (Intesa, Unicredit, Iccrea, Credit Agricole, Banco BPM), anzitutto per affermare la necessità di un dialogo costante sui vari problemi e sulle proposte per il futuro nonché sugli scenari che ci attendono riguardo al possibile aumento dei tassi di interesse, alla stringente normativa europea sulla classificazione delle posizioni di rischio e alle difficoltà nei rapporti banca-impresa, pregiudicati dall’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime e dell’energia.

In questo importante consesso, ho avuto l’onore di intervenire nella prima sessione plenaria per illustrare il “progetto credito” che ho elaborato durante la mia esperienza da Sottosegretario MIPAAF (Governo Conte II) e tuttora porto avanti grazie anche al mio staff, occupandomi della migliore attuazione delle normative sinora approvate ma anche del futuro del progetto nell’ambito della commissione agricoltura.

Il progetto credito ha rappresentato la prima riforma del credito agricolo dopo il TUB del 1993 e il primo atto normativo è stato l’ingresso delle imprese agricole tra quelle garantite direttamente dal FONDO PMI gestito da Mediocredito Centrale. Questo ha consentito la erogazione di finanziamenti Covid al settore per 5,2 miliardi di euro con garanzia del Fondo che altrimenti sarebbero mancati al settore. Si pensi che nel 2019 erano arrivate all’agricoltura solo 30 milioni di euro di garanzie, contro un fabbisogno settoriale di 860 milioni.

A parte la normativa Covid (relativa al Quadro Temporaneo UE dedicato all’emergenza), sempre a livello di Fondo PMI, finalmente a marzo scorso è iniziata la operatività “ordinaria” dello stesso Fondo in agricoltura. Si tratta della circolare n.3/2022 dal titolo: “Ammissibilità delle richieste di garanzia in favore delle imprese agricole a valere sul regime de minimis e sul Regolamento UE n.702/2014 del 25 giugno 2014 e applicazione della misura prevista dall’articolo 8, comma 2 del Decreto-Legge del 1° marzo 2022, n. 17, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 1° marzo 2022 (DL Energia)”.

Questa Circolare ha richiesto un notevole sforzo di coordinamento delle Istituzioni impegnate nella loro attuazione.

In sostanza si tratta della esecutività della “garanzia ordinaria” in de minimis e della applicazione “Regolamenti in Esenzione” per agricoltura e pesca (per la pesca e l’acquacoltura, la data di partenza dello strumento sarà oggetto di successiva Circolare), come da citato decreto del 13 maggio 2021. Con queste estensioni, si è iniziato concretamente ad operare per agevolare gli investimenti nelle aziende agricole, con la possibilità di avere sino a 500.000 euro sotto forma di costo della garanzia pubblica per effettuare investimenti anche di alcuni milioni.

Un altro capitolo del progetto riguarda la riorganizzazione degli interventi di Ismea e il potenziamento della sua attività di garanzia. A questo proposito nel convegno si è parlato della rinegoziazione dei mutui ai sensi del D.L. n. 21/2022 art. 19. La norma, è bene dirlo, è poco attuata dalla banche che la ritengono complessa e di impatto sulla richiamata normativa EBA per la classificazione delle posizioni di rischio. Tuttavia le stesse banche affermano la necessità di attuare strumenti che diluiscano la debitoria e si dicono assolutamente disponibili a discutere sulle modalità tecniche di attuazione della misura.

Tra i temi di ricerca portati all’attenzione del convegno segnalo, oltre al finanziamento della sostenibilità delle produzioni, gli strumenti finanziari a sostegno dei PSR. In proposito il rappresentante della BEI, riguardo alla piattaforma Agri Italy (supporto finanziario ai PSR in 8 Regioni con il Fondo Europeo per gli Investimenti) ha ammesso che lo strumento finanziario non ha funzionato e che quindi per la prossima programmazione occorre studiare strumenti specifici se si vuole che i progetti PSR siano correttamente eseguiti e vadano a buon fine. Sul tema è stato anche rilevata la necessità di allineare le norme valutative bancarie dei progetti a quelle degli assessorati agricoli che giudicano gli stessi progetti presentati sui bandi PSR.

Interessante anche l’apporto del CREA che ha presentato lo studio riguardante “Credito e sostegno pubblico nel comparto agro-alimentare” da cui è emerso che il sostegno pubblico, come il credito, è maggiore al nord rispetto al sud. Si osserva cioè una maggiore “vicinanza” di banche e aiuti della P.A. alle imprese del nord. Il fenomeno andrebbe meglio studiato in quanto non dimostra efficienza di spesa. Infatti, le imprese del Sud, a parità di fatturato, ricevono meno credito e meno aiuti e quindi mostrano maggiore efficienza operativa, al contrario di quanto si potrebbe pensare. Sono i rapporti tra imprese e Banche e P.A. che andrebbero maggiormente indagati.

Il direttore del Crea, Stefano Vaccari, ha annunciato una pubblicazione con i dati del credito degli ultimi tre anni, periodo nel quale vi è stata, come evidenziato in precedenza, una sostanziale rivoluzione anche negli importi del credito. Mi fa piacere menzionare che a questa pubblicazione collabora anche il sottoscritto con il suo staff avendo già fornito al CREA i dati di operatività del Fondo PMI nonché i capitoli riguardanti il progetto credito.

Doverosi sono i ringraziamenti sia al presidente della SIEA prof. Pecorino, più volte oggetto di plauso durante il convegno proprio per aver scelto il tema del credito, sia al presidente di ISMEA prof. Frascarelli per aver guidato il Comitato Organizzatore.

Da ultimo sono gli accadimenti recenti che mi fanno esprimere le conclusioni. Il lavoro del progetto credito è solo all’inizio. Lo dimostra la bocciatura di due importanti emendamenti al Decreto Aiuti che avrebbero sostenuto da un lato la delicata esposizione a breve termine delle imprese, dall’altro il tema dell’ingresso dei giovani in agricoltura tramite mutui dedicati, di durata trentennale, con la percentuale di finanziabilità (loan / value) prossima al 100%. Questo ci indica che la strada è ancora lunga anche se quanto è stato fatto merita di essere conosciuto e apprezzato per valorizzare l’impegno di tutti quegli imprenditori agricoli che lavorano per l’eccellenza della nostra agricoltura ogni giorno.

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