Tessuto produttivo in pericolo, micro e piccole imprese a rischio sparizione. Non è uno scenario confortante quello proposto dalla Confartigianato che sollecita l’uscita dalla crisi di Governo e
l’impegno della politica nel trovare soluzioni.
“Il Paese e gli imprenditori rischiano di pagare un prezzo altissimo a causa dell’incertezza legata alla crisi di governo”, scrive la Confartigianato.
Fase economica a rischio
A lanciare l’appello è il presidente di Confartigianato Marco Granelli che esprime grave preoccupazione per gli effetti della situazione politica sul tessuto produttivo, in particolare delle micro e piccole
imprese, e sul rilancio dello sviluppo. “Serve uno straordinario senso di responsabilità”, osserva il presidente Cna, “da parte di tutte le forze politiche per assicurare governabilità e stabilità, indispensabili
in una fase economica e sociale così difficile”.
“Sono a rischio”, sottolinea ancora Granelli, “gli impegni per risollevare gli imprenditori da questi due anni di crisi, per realizzare il Pnrr e le riforme, per affrontare il drammatico impatto della guerra in Ucraina su famiglie e imprese”.
A rischio 49 miliardi
Confartigianato ha calcolato le conseguenze che potrebbero essere provocate dalla crisi di governo. Gli otto differenti effetti mettono a rischio 49,5 miliardi di euro, pari a 2,5 punti di Pil e delineano un
rischio occupazione per 253mila lavoratori.
In particolare, secondo l’analisi di Confartigianato la crescita degli investimenti si ridurrebbe di 5 miliardi di euro, verrebbero meno circa 11 miliardi di interventi contro il caro-energia per famiglie e imprese
che pagherebbero anche 3 miliardi in più per il rialzo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, dovremmo rinunciare a 3,9 miliardi di effetto espansivo della legge di bilancio 2023, mentre peserebbe per 3,6 miliardi la deviazione dal sentiero di riduzione della pressione fiscale.
Il blocco del Pnrr
E ancora, un incompleto raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di Ripresa metterebbe a rischio 17,8 miliardi di finanziamenti Ue, il blocco dei crediti fiscali per i bonus edilizia peserebbe per 5,2 miliardi sulle imprese con la perdita di 47mila occupati e la minore domanda di lavoro e i mancati effetti espansivi della politica fiscale potrebbero mettere a rischio oltre 206mila persone, con un effetto recessivo complessivo su 253mila posti di lavoro.