martedì, 24 Dicembre, 2024
Ambiente

Il 2022 in Italia l’anno più caldo di sempre

In Italia il 2022 è l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%. È quanto emerge dallo studio presentato dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, all’Assemblea Nazionale dell’Anbi con la presentazione del piano invasi contro la siccità elaborato congiuntamente dalle due organizzazioni.

L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta a giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800. Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni, con una siccità che ha causato già danni per oltre tre miliardi nelle campagne – rileva Coldiretti -, ma anche sull’ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio.   Il caldo impatta anche sulle rese agricole con cali medi del 30% nel 2022 per il mais e per il grano, minacciando di condizionare la produzione anche in futuro. Proprio la resa del grano potrebbe addirittura diminuire a livello mondiale del 7% per ogni grado Celsius di riscaldamento globale secondo uno studio della Wheat Initiative, un gruppo di enti pubblici e privati impegnati nella ricerca sui cereali. La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.   A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia resta comunque un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali – denuncia Coldiretti – se ne trattengono solo l’11%. Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono – continua Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana.

“Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la strategicità in questo momento storico del progetto invasi elaborato da Anbi e Coldiretti. L’agricoltura – conclude Prandini – è infatti l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.   Italia e Turchia insieme per la pace L’incontro ad Ankara tra il premier Draghi e il presidente turco Erdogan ha evidenziato come i due Paesi collaborano per affrontare le sfide che attendono l’Europa, dal conflitto in Ucraina alla crisi alimentare.

“Italia e Turchia sono partner, amici, alleati. Abbiamo davanti grandi sfide, a partire dalla guerra in Ucraina, e vogliamo lavorare insieme per affrontarle”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, incontrando presidente turco, Recep Tayyip Erdogan al termine del terzo vertice intergovernativo ad Ankara. “Italia e Turchia – prosegue Draghi – sono unite nella condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e nel sostegno a Kiev. Allo stesso tempo, siamo in prima linea nel cercare una soluzione negoziale che fermi le ostilità e garantisca una pace stabile e duratura. Una pace che l’Ucraina e il Presidente Zelensky ritengano accettabile”.

Draghi ringrazia “la Turchia per il suo sforzo di mediazione, in particolare per quanto riguarda lo sblocco dei cereali fermi nelle città del Mar Nero. Dobbiamo liberare al più presto queste forniture, e quelle di fertilizzanti, per evitare una catastrofe umanitaria e sociale nei Paesi più poveri del mondo”.   Al vertice G7 di Elmau, Antonio Guterres, “ha descritto i contorni del piano a cui stanno lavorando le Nazioni Unite, che prevede un ruolo centrale per la Turchia. Mi auguro che la Russia possa dare il via libera a questa iniziativa, anche come segnale distensivo per futuri negoziati di pace”. Il vertice “serve anche a rafforzare i legami commerciali tra i nostri Paesi, legami che hanno segnato la storia del Mediterraneo”. La Turchia è oggi “il primo partner commerciale per l’Italia nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa.

Nel 2021 l’interscambio è stato di quasi 20 miliardi di euro, in crescita del 23,6% rispetto all’anno precedente. Gli accordi che abbiamo firmato oggi interessano molti settori, dalle piccole e medie imprese alla sostenibilità, che rimane l’obiettivo di lungo termine del Governo. In autunno si terrà la terza riunione della Commissione sulle attività economiche e commerciali che ci permetterà di proseguire ancora su questa strada. Nella nostra conversazione, abbiamo discusso anche dell’importanza del rispetto dei diritti umani.   Ho incoraggiato il Presidente Erdogan a rientrare nella Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne”. Italia e Turchia “condividono l’appartenenza al Mediterraneo – una comunità millenaria, un ecosistema unico e fragile. La nostra crescita, il nostro futuro dipendono dal rispetto dell’ambiente e delle persone, in ogni ambito.

Penso alla gestione dell’immigrazione, che deve essere umana ed efficace. E al rispetto dell’ambiente, allo sviluppo di energie rinnovabili, alla tutela della biodiversità”. Da parte sua Erdogan ha sottolineato che “l’Italia per noi è molto importante anche nel campo energetico, abbiamo diversi progetti in comune. Spero sia utile questo incontro per i nostri due paesi”. Il presidente turco ha espresso a Draghi le condoglianze per la tragedia della Marmolada. “È un gesto di vicinanza che ho apprezzato molto”, ha commentato il premier italiano.

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