mercoledì, 24 Aprile, 2024
Economia

Debiti e crediti. A fine anno la moratoria sui prestiti garantiti

Troppi debiti, scarsissima liquidità, le incertezze della ripresa con la fiammata dei prezzi e delle voci di una inflazione che metterà a dura prova le imprese, i consumi e le famiglie. A ridare una boccata di ossigeno alle imprese è il decreto Sostegni bis, che ha prorogato la moratoria per i finanziamenti Pmi, garantiti dallo Stato. La decisione molto attesa dalle Confederazioni di categoria, porterà il termine di scadenza da fine giugno al 31 dicembre 2021.

A lanciare l’allarme chiedendo uno slittamento dei tempi, è stata la Confederazione nazionale degli artigiani che considerava l’avvicinarsi della scadenza di giugno un pericolo più prossimo per le imprese.

Dall’ultima rilevazione del Ministero dell’ economia e finanza le moratorie attive del sistema produttivo ammontano a un importo di 126 miliardi e l’erogazione di finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche a 184 miliardi. Complessivamente, quindi, 310 miliardi di credito bancario alle imprese risulta oggi “coperto” dalle misure straordinarie. Sempre seguendo i numeri, il 40% dell’esposizione complessiva delle imprese, a fine marzo – i dati sono della Banca d’Italia – ammontava a 755 miliardi di euro.

“Senza una proroga della moratoria sui prestiti oltre un’impresa su tre non sarebbe in grado di rispettare gli impegni e quasi la metà avrebbe molte difficoltà”, calcola la Cna che ha visto con soddisfazione lo slittamento a fine anno. I conti della Confederazione sono stati resi noti con i risultati della

indagine promossa su oltre 5mila imprese di cui l’87% con meno di 10 addetti, un campione che riflette in modo coerente il tessuto imprenditoriale italiano.

La proroga della moratoria e della garanzia pubblica sui nuovi finanziamenti rappresenta una misura necessaria per scongiurare l’esplosione di migliaia di casi di insolvenza.

L’indagine della Cna rileva che il 54% delle imprese intervistate ha utilizzato la moratoria e che nel 78% dei casi è ancora in funzione, e il 73% del campione giudica utile una proroga.

Dall’attivazione della garanzia pubblica, il 63% del campione ha ottenuto un nuovo finanziamento e oltre la metà afferma di averne bisogno nei prossimi mesi. Oltre l’80% considera utile la proroga della misura.

Oltre il 50% delle imprese intervistate ha aumentato la propria esposizione debitoria con le banche: il 12% l’ha incrementata di oltre il 10% e quasi una su 5 oltre il 20% rispetto alla situazione precedente la pandemia. Misure per favorire la ristrutturazione dei debiti sono indispensabili per il 56% del campione.

Dall’indagine, inoltre, emergono indicazioni molto chiare: la mancata proroga della moratoria rischia di innescare una catena di fallimenti che il Decreto Cura Italia voleva scongiurare. Non prolungare la garanzia pubblica invece metterebbe in gravi difficoltà le imprese che ancora non riescono a generare flussi di cassa adeguati alle esigenze finanziarie. Lo studio mette in luce che oltre il 70% degli intervistati accusa una contrazione del fatturato nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 e per oltre il 45% del campione la flessione supera il 30%. “Insomma”, evidenzia la Cna, “siamo ancora molto lontani dalla ‘normalità’ e non rinnovare i sostegni significava vanificare lo sforzo realizzato per mantenere in vita il nostro patrimonio imprenditoriale.

Peraltro, anche i dati complessivi sul credito evidenziano l’esigenza della proroga”.

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