Il parere dei giuristi. Legittima sul piano costituzionale la Commissione proposta da Sabino Cassese non può mettere sotto tutela il potere giudiziario e la sua articolazione.
Non è l’istituzione di una commissione di inchiesta sulla magistratura a destare preoccupazione per i giuristi, ma la sua possibile strumentalizzazione. La politica intende usare il Palamaragate per mettere sotto tutela il potere giudiziario o abolire le correnti in magistratura o intende procedere ad una integrale e necessaria riforma del potere giudiziario? È innegabile che siamo di fronte ad una crisi del sistema: la magistratura vive nel sentimento popolare il suo momento più basso al pari della politica. Ha senso pertanto istituire una commissione di inchiesta? Lo abbiamo chiesto ad autorevoli giuristi.
Secondo l’On.le Pino Pisicchio, docente di Diritto Pubblico comparato presso la UNINT di Roma ” la commissione è costituzionalmente del tutto plausibile . A patto che sappia tenere lontane le suggestioni revanchiste nei confronti della magistratura penale che questa classe parlamentare si porta dentro per impatto diretto o per stigma genetico. Il punto vero? Lo spazio mediatico rubato dal narcisismo giudiziario al narcisismo politico. Un problema di psicanalisi, dunque, e di conseguenza anche sistemico.
Anche il Prof. Giovanni Iorio, docente alla Bicocca di Milano si dichiara favorevole, che anzi mira a valorizzare e a ribadire l’indipendenza dei giudici sancita dalla Costituzione. D’altra parte, l’indipendenza non può che fondarsi sulla correttezza e sulla trasparenza dei rapporti istituzionali. In questo quadro sarebbe utile che i lavori della Commissione dessero il più ampio spazio alla audizione dei soggetti interessati, al fine di giungere ad una equilibrata ed esaustiva ricostruzione di accadimenti così cruciali per la vita del nostro Paese. Giovanni D’Alessandro, docente all’Unicusano di Roma, sostiene che a tesi della legittimità della costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui rapporti tra politica e magistratura è condivisibile solo a condizione di precisare in maniera stringente i poteri di una tale organo. Non potrebbero in ogni caso sindacarsi i meccanismi di funzionamento delle correnti, perché queste nascono all’interno dell’ANM ancor prima dell’istituzione del CSM e contraddistinguono l’associazionismo tra magistrati nel nostro Paese. Al contrario si verificherebbe uno sconfinamento del Parlamento nella sfera di autonomia costituzionale garantita alla magistratura. Una commissione d’inchiesta dovrebbe, piuttosto, occuparsi delle influenze della politica sulle dinamiche organizzative della magistratura in Italia.
E solo di questo. per Il costituzionalista Alfonso Celotto, Ordinario a Roma 3 ” Abbiamo una giustizia civile inefficiente, una giustizia penale lenta e tardiva rispetto ai fatti. Più che indagare sui magistrati occorre rivedere il sistema giustizia. I tempi attuali del processo civile e penale impediscono ai cittadini di adire o di avere giustizia. Occorre depenalizzare e lasciare solo ai grandi reati il processo penale, implementare i mezzi di deflazione del processo civile come mediazione e conciliazione. Non ritengo che una commissione parlamentare sia lesiva dell’autonomia della magistratura ma la ritengo poco utile. Meglio impiegare le risorse per una seria e concreta riforma del sistema giudiziario.