venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Intervista al Maestro Fabrizio Berlincioni

Dopo il Festival di Sanremo incontriamo oggi un autore fra i più longevi della Canzone Italiana e dell’esperienza sanremese, il Maestro Fabrizio Berlincioni.

Caro Maestro, annoveri fra i Tuoi successi Sanremesi più significativi “Non lo faccio più” (1976, Peppino Di Capri), “Mi manchi” (1988 – Fausto Leali), Ti lascerò (1989 – Anna Oxa e Fausto Leali), “Gli amori” (1990 – Toto Cutugno), “Ti penso” (1992 – Massimo Ranieri), “Ti voglio senza amore” (2009 – Iva Zanicchi), “Amanda è libera” (2011 – Albano) e tanti altri. A quali di essi sei più legato?
Ogni canzone è come una figlia a cui vuoi per forza bene. La primogenita, quella del 1976 è stata importante per la nascita delle altre successive. Quella di cui sono più orgoglioso è Mi manchi perché è quella che ha dato inizio alla mia carriera professionale, quella vera e propria.

Domanda di rito: Cosa ne pensi della edizione 2021 ? E’ ancora la “Canzone” la vera protagonista della kermesse?
Gli abiti, i costumi, il trucco, il parrucco, le scenografie, il “gossip”, gli “artefizi” vocali, hanno oscurato la Canzone?
Il Festival di Sanremo tocca ogni anno punti sempre più bassi. Qualcosa, comunque, si salva sempre. C’è da sperare in un’inversione di tendenza repentina, non per ritornare alle canzoni di una volta ma per salvare la melodia italiana, famosa nel mondo e duratura nel tempo.

Nel 1980 hai conseguito una laurea in Giurisprudenza. Da autore e da giurista che pensi del “Diritto d’Autore” ? Ancora oggi, a mio avviso, gli autori (della musica e del testo) non sono adeguatamente rispettati. Ancora regna il luogo comune di abbinare una canzone al cantante, all’interprete, facendolo intendere come se fosse lui o lei ad averla scritta. Anche i conduttori omettono spesso di presentare gli Autori. Cosa ne pensi?
È una falla aperta da decenni. Purtroppo gli autori, salvo casi rari, sono sempre stati tenuti nell’ombra. Pensate che, al contrario, in Russia, l’autore della canzone viene celebrato con un grande applauso prima dell’esibizione del cantante. Per quel che riguarda il diritto d’autore, questo sta attraversando una crisi epocale, dovuta a tante ragioni, prima tra tutte la facilità di procurarsi la canzone gratis su i vari social e a seguire la cattiva gestione della SIAE a recuperare e ridistribuire i diritti d’autore agli autori a cui spettano…

Oltre ad essere uno straordinario autore di Canzoni, hai scritto anche poesie, saggi, libri, programmi televisivi. Nell’immediato e nel futuro quali i Tuoi programmi ? Su quali dei suddetti settori Ti concentrerai di più?
Un libro di poesie e pensieri che sta per uscire a giorni, dal titolo” Passeggero senza biglietto”. A seguire il mio secondo romanzo le nuvole di Tamdakhte”. Ovviamente continuo a sfornare canzoni cercando di piazzarle agli interpreti che preferisco.

Hai fatto parte anche come giudice in vari “Talent” e trasmissioni legate alla scoperta di nuovi talenti. Pensi che sia la strada giusta per le nuove generazioni in cerca di successo? Lo studio ortodosso che veniva dai Conservatori e dalle ore di tecnica e di vocalizzi è ormai superato? La televisione è diventato l’unico strumento per la popolarità?
La televisione è diventata un importantissimo mezzo per farsi conoscere ed abbreviare i tempi di una gavetta poco credibile e forse inutile al giorno d’oggi. I talent sono trampolini di lancio dei quali è impossibile farne a meno. Ciononostante sono pochissimi quelli che emergono.

Maestro, unitamente a Mogol e a Franco Migliacci sei considerato l’autore più rappresentativo nella Antologia Sanremese. Come vivi il peso di tanto onore ma anche di tanta responsabilità?
Non penso di essere all’altezza dei due nomi che hai nominato. Ci sono autori più importanti e più consolidati rispetto a quello che ho scritto ed anche rispetto alle mie partecipazioni sanremesi. Comunque mi fa piacere essere considerato importante anche se in realtà non sono a quei livelli.

Maestro, hai lavorato con i “Grandi” della Musica Italiana, Mina, Bocelli, Cuccarini, Califano, Carrà, Celentano, Fasano, Ranieri, Oxa, ecc… cosa ricordi e cosa ti resta di questa fantastica esperienza?
Ci vorrebbe un libro intero per poter parlare di ognuno di questi nomi che hai fatto. Diciamo che sono sempre andato d’accordo con tutti quelli con cui ho lavorato e che con ognuno di loro ho vissuto dei bei momenti artistici e conviviali.

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