giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Moda, pochi i sostegni alle piccole imprese. Settore in crisi, servono aiuti

Piccole e micro imprese della moda, troppe sofferenze e pochi aiuti. Una situazione che per molte aziende sarà di fallimento e chiusura. Per evitare una moria di piccole imprese, in un settore produttivo che è da sostegno ai grandi marchi, scende in campo la Confartigianato.

“Le imprese dei settori tessile, abbigliamento, calzature hanno bisogno di un intervento robusto, di ben altro spessore rispetto alla misura contenuta nella Legge di Bilancio”. A sostenere la richiesta è il Presidente di Confartigianato Moda, Fabio Pietrella che sottolinea la necessità di aiuti per il rilancio di tutte le imprese del settore moda di tutto il Paese. “Parliamo di 56mila aziende con 464mila addetti, di cui il 67% sono micro e piccole imprese. Si tratta di un settore ad alta vocazione artigiana, con 36mila imprese artigiane che danno lavoro a 157mila addetti, un terzo dell’occupazione del settore”. La Manovra quindi va modificata e aggiornata alle esigenze delle piccole imprese.

“Il testo della manovra economica”, sottolinea Pietrella “andrà certamente corretto, innanzitutto destinando a tutto il sistema moda italiano i 15 milioni in 3 anni previsti per l’Unione industriale biellese. Ma serve anche e soprattutto un piano più ampio di interventi che restituiscano slancio al comparto manifatturiero simbolo del made in Italy nel mondo, che ha subito i peggiori effetti della crisi da Covid-19”. I numeri parlano chiaro: nei primi dieci mesi del 2020 ha registrato una perdita di fatturato del 21,9%, oltre otto punti in più del calo del 13,4% della media del manifatturiero. “I mancati ricavi delle imprese”, sottolinea la Confindustria, “della moda tra gennaio e ottobre sono pari a 15,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di minori esportazioni. In pratica, 1 miliardo in meno al mese di made in Italy della moda venduto nel mondo. Se consideriamo che i 15 milioni di euro in tre anni destinati dalla Legge di bilancio alle industrie del biellese coprono appena il 2,6% dell’occupazione della moda italiana, le dimensioni minime di un intervento a sostegno di uno dei settori manifatturieri che, insieme all’auto, sta soffrendo maggiormente la crisi, dovrebbe essere di almeno seicento milioni di euro. Ma, mentre per il settore dell’auto”, fa presente Confindustria, “sono molte le misure di sostegno anche nella legge di bilancio, per le imprese del tessile/abbigliamento/calzature è sino ad ora arrivato ben poco”.

Il Presidente di Confartigianato Moda mette in luce anche la grave crisi della domanda interna: “Sempre nei primi dieci mesi del 2020”, fa infine presente Pietrella, “a fronte di un calo delle vendite al dettaglio del 5,4%, sono crollate del 23% le vendite di abbigliamento, calzature e articoli in pelle. Di fronte a queste cifre, serve uno scatto d’orgoglio per rimettere il fashion made in Italy al centro delle strategie di rilancio del Paese”.

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