Il Paese invece testa in balia di un gioco di personalismi e instabilità di programmi, coalizioni e di antagonismi di simpatie e antipatie tra leader che hanno generato un declino, una caduta di molte delle conquiste fatte. Cosa è infatti rimasta della tradizione Socialista? Di quella Comunista? E dei Cattolici che hanno tenuto la barra al centro per evitare avventure di destra e di sinistra, che fine hanno fatto? Queste culture sopravvivono in pochi uomini e alcuni di questi siedono solitari in Parlamento, in altri casi a rinverdire il passato ci sono convegni, o qualche film d’autore – tra l’altro denigratorio di partiti e leader passati, ma lo sbeffeggiate il passato e gli ex uomini potenti è uno sport nazionale – per il resto è buio totale. C’è davvero da chiedersi cosa la Nazione, le Istituzioni, i cittadini abbiano guadagnato dalla dalla caduta dei partiti, travolti in modo sbrigativo per lo più per mano giudiziaria?
I partiti hanno avuto i loro limiti come non aver favorito il ricambio generazionale, di non aver saputo guardare lontano e allontanare chi non aveva una caratura morale; ma oggi ci chiediamo cosa abbiamo avuto in cambio? Dove è il tanto vantato salto di qualità di leader e rappresentati dei partiti personali. Dove sono le conquiste promesse? È ormai convinzione che dagli anni in cui le ideologie di massa davano vita a società più competitive e a loro modo aperte si è verificato un progressivo scollamento tra cittadini e istituzioni che nella vita reale significava una drammatica caduta all’indietro, non solo politica ma economica, sociale, culturale. Oggi le ideologie comuniste sono incarnate nello Stato, – più o meno fedeli alla linea come – in Russia e Cina mentre in America vive quel pensiero Repubblicano e Liberale che hanno matrici europee. Cosa possiamo oggi augurarci per l’Italia?