giovedì, 29 Maggio, 2025
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La crisi climatica colpisce i raccolti globali di grano



ROMA (ITALPRESS) – I cambiamenti climatici causati dall’uomo stanno riducendo in modo significativo la produttività agricola globale, con conseguenze preoccupanti per la sicurezza alimentare mondiale. Secondo una ricerca guidata da David Lobell della Stanford University, pubblicata sulla prestigiosa rivista dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti d’America, i cambiamenti climatici hanno già ridotto del 10% la produzione globale di grano rispetto a uno scenario ipotetico privo di riscaldamento globale.
E il grano non è l’unica coltura colpita: anche orzo e mais mostrano cali rilevanti nelle rese, rispettivamente del 12-14% e del 4%.
Lo studio ha esaminato oltre mezzo secolo di dati, utilizzando modelli colturali avanzati e database della FAO, per ricostruire l’evoluzione delle rese agricole in funzione del cambiamento climatico.
I risultati evidenziano chiaramente che le regioni agricole più produttive del pianeta – tra cui Europa, Cina e Russia – stanno già subendo gli effetti negativi del riscaldamento globale.
Tra il 1974 e il 2023, le innovazioni agronomiche e tecnologiche hanno permesso di aumentare le rese globali tra il 69% e il 123%. Tuttavia, gli impatti negativi del cambiamento climatico hanno già iniziato a erodere questi guadagni, minacciando la stabilità del sistema alimentare mondiale.
Le condizioni meteo estreme del 2024 confermano il trend. In Cina, maggiore produttore di grano al mondo, caldo e siccità mettono a rischio i raccolti. In Inghilterra, la primavera più secca degli ultimi 70 anni ha danneggiato gravemente le colture.
Uno degli aspetti più allarmanti emersi dallo studio è che le stagioni di coltivazione più fresche di oggi sono più calde dell’80% delle stagioni di cinquant’anni fa.
In alcune regioni, persino le annate meno calde di oggi superano le temperature più alte registrate mezzo secolo fa.
Lo studio lancia anche un monito: «La scienza climatica ha fatto un lavoro straordinario nell’anticipare gli impatti globali sui principali cereali. Dovremmo continuare ad affidarci a questa scienza per guidare le decisioni politiche», specialmente per colture di largo consumo ma meno centrali per la sicurezza alimentare, come caffè, cacao, arance e olive.
gsl

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