Tutti in attesa delle prossime mosse sui dazi e sulla possibilità che l’Europa e l’Italia riescano ad imbastire un negoziato. Per Confcooperative serve un “quadro di maggiore certezza dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea”. Maurizio Gardini presidente di Confcooperative spiega: “Siamo sempre stati contrari ai dazi. Il nostro auspicio iniziale era che le trattative negoziali potessero prevalere sui dazi. Leggiamo in questa pausa di 90 giorni una volontà di non respingere la strategia negoziale sperando che possa tradursi in un quadro di maggiore certezza”.
Coop 5 anni di danni
Gli allarmi non mancano sui dazi di Trump e sulle possibilità di negoziare le imprese, hanno bisogno di risposte immediate. “Negli ultimi 5 anni”, sottolinea Gardini, “le cooperative hanno subito i danni del covid, la tempesta dei prezzi dell’energia e delle materie prime con aumenti che non sono più rientrati. E ora la guerra dei dazi”.
“Quando dall’Europa sento che apriremo nuovi mercati posso essere d’accordo, ma occorrono anni. E di tempo le cooperative non ne hanno”, evidenza il leader di Confcooperative, “se pensiamo che nei porti italiani sono ferme già oltre 1 milione di bottiglie di vino e tanti altri prodotti del nostro agroalimentare Made in Italy stoccato nei magazzini a partire dai formaggi e dal pomodoro”.
Non al muro contro muro
Le preoccupazioni sono per una sensibile contrazione delle vendite per vino, olio d’oliva, formaggi, pomodoro e pasta. “A ogni contrazione dell’export agroalimentare del 10% temiamo anche una perdita di occupazione tra le 5 e le 7mila persone per ciascuna filiera cooperativa”, prosegue Maurizio Gardini, “Al danno si aggiunge la beffa perché i dazi americani favoriranno l’Italian Sounding. Questa partita va affrontata con la massima determinazione e concretezza a livello comunitario. Preferendo gli accordi al protezionismo. Misure di sostegno alle imprese e cooperative piuttosto che muro contro muro. I dazi e il protezionismo non convengono a nessuno”.