sabato, 29 Marzo, 2025
Esteri

Trump: “Mosca vuole la pace, ma potrebbe tirarla per le lunghe”. Tusk a Rutte: “Possibile ogni scenario”

Il presidente finlandese Stubb a Kiev. Finlandia e Norvegia rafforzano il sostegno all’Ucraina. Londra: "Mosca deve pagare per i crimini di guerra"

Sebbene il dialogo tra Mosca e Washington sembri avanzare, le posizioni restano distanti. La Russia insiste sulla revoca delle sanzioni, mentre gli Stati Uniti e l’Europa pongono il ritiro delle truppe russe come condizione imprescindibile per qualsiasi accordo. Nel frattempo, Zelensky continua a sollecitare un maggiore impegno da parte dell’Occidente, mentre la NATO si prepara a fronteggiare possibili scenari futuri. Continuano i negoziati sulla sicurezza nel Mar Nero, con il presidente americano Donald Trump che sostiene che Mosca sarebbe interessata a porre fine alla guerra, ma potrebbe prolungare i negoziati. I colloqui tra Washington e il Cremlino, sebbene descritti come “costruttivi”, restano condizionati dalle richieste russe e dall’atteggiamento prudente dell’Unione Europea. In un’intervista rilasciata a Newsmax, Trump ha inoltre confermato che la sua amministrazione sta valutando le condizioni imposte dal Cremlino per l’attuazione dell’accordo sulla sicurezza nel Mar Nero. “Ci sono cinque o sei condizioni. Le stiamo esaminando tutte”. In precedenza, Washington aveva annunciato che Ucraina e Russia avevano concordato di interrompere l’uso della forza nel Mar Nero, ma Mosca ha specificato che l’intesa è vincolata a condizioni ancora in discussione.

Negoziati in corso

In questo scenario, il segretario di Stato USA Marco Rubio ha incontrato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan per sollecitare il sostegno della Turchia alla pace in Ucraina e nel Caucaso meridionale. I due leader hanno discusso anche di commercio bilaterale e sicurezza, mentre Washington ha espresso preoccupazione per le tensioni interne in Turchia. Grigory Karasin, capo della Commissione Esteri del Senato russo e negoziatore ai colloqui di Riad, ha dichiarato che “Russia e Stati Uniti sono sulla buona strada per instaurare un dialogo costruttivo”. Tuttavia, ha ammesso che il processo “non è facile” e richiede “pazienza e capacità professionali”. Da parte sua, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha ribadito che l’accordo sul Mar Nero potrà essere implementato solo se verranno soddisfatte le richieste russe. “La giustizia deve prevalere”, ha affermato Peskov, facendo riferimento alle condizioni dell’accordo del 2022 che, secondo Mosca, non erano state rispettate a danno delle esportazioni agricole russe.

L’UE mantiene le sanzioni

Bruxelles ha ribadito che qualsiasi modifica o revoca delle sanzioni nei confronti della Russia dipenderà da un “ritiro incondizionato” delle truppe russe dall’Ucraina. La Commissione Europea, per voce della portavoce Anitta Hipper, ha affermato che “la Russia deve essere giudicata dalle sue azioni, non dalle sue parole”. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri a Parigi Emmanuel Macron in vista del “Vertice dei Volenterosi”, durante il quale i leader europei discuteranno l’invio di truppe di pace in Ucraina. “Chi è pronto a partecipare a un contingente di pace?”, ha chiesto Zelensky, sottolineando l’importanza del rafforzamento del supporto militare occidentale. Zelensky ha dichiarato che il bilancio ucraino non è sufficiente per sostenere le forze armate e che il finanziamento deve essere garantito dagli alleati, principalmente dall’Europa. “Quando l’esercito triplica le sue dimensioni, ha bisogno di finanziamenti adeguati. Il budget ucraino da solo non basta”, ha affermato in un’intervista a Time.

NATO: “Russia è la minaccia”

In vista del summit dei volenterosi previsto per oggi a Parigi, i paesi europei si stanno mobilitando. Il segretario generale della NATO Mark Rutte, in visita in Polonia, ha affermato che “la Russia è e resta la più significativa minaccia alla sicurezza dell’alleanza”. Il premier polacco Donald Tusk ha ribadito che la NATO deve prepararsi “a qualsiasi scenario”, evidenziando l’importanza della garanzia dell’Articolo 5.Contemporaneamente il presidente finlandese Alexander Stubb ha dichiarato che la Finlandia potrebbe contribuire a una missione ONU in Ucraina, qualora venisse approvato un mandato internazionale. Tuttavia, ha escluso l’invio di un contingente finlandese prima di un cessate il fuoco. Intanto, ieri due ministri norvegesi si sono recati a Kiev per ribadire il sostegno alla causa ucraina. Espen Barth Eide, ministro degli Affari Esteri, ha dichiarato che “la palla è nelle mani della Russia” e ha sottolineato la necessità di osservare i fatti, non solo le dichiarazioni di Mosca. Infine, il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che qualsiasi accordo di pace in Ucraina dovrà prevedere che “la Russia sia chiamata a rispondere per le riprovevoli azioni commesse in tre anni di guerra”. Ha inoltre ribadito l’impegno di Londra per il ritorno in patria dei bambini ucraini deportati in Russia.

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