Tornato alla Casa Bianca a furor di popolo Donald Trump sta dando grandi soddisfazioni ai suoi elettori. Al di la´ della sua teatralità mediatica come la foto dei clandestini rimpatriati in catene , le esuberanze sulla Groenlandia e la trasformazione di Gaza in una specie di Sharm-el- Sheik, il dato di fatto è che sta attuando con grande energia e dinamismo i punti del suo Programma elettorale riassunti nella sintesi Make the America Great Again passante pero´ per la lotta al gender , alla cultura woke fino a un protezionismo nazionale industriale esagerato su dazi e lotta serrata all’immigrazione illegale.
È naturale che si tratti di temi profondamente divisivi, che spaccano l’opinione pubblica ovunque. Ma il dato incontestabile è che almeno ci si divide su fatti ed atti e non su enunciati.
Perché quella statunitense è una “democrazia decidente”, nella quale il potere del popolo è effettivo e immediato. E Trump ne e´un furbo negoziatore. Nel nostro Vecchio Continente sono invece presenti quasi esclusivamente democrazie parlamentari, nelle quali la volontà popolare è mediata dalle rappresentanze politiche. In Europa, in realtà, questa mediazione si sforza di garantire comunque una precisa corrispondenza fra volontà degli elettori e identità dei governanti come in Germania, in Spagna, in Gran Bretagna dove esiste un automatismo per il quale il segretario del partito di maggioranza relativa diventa presidente del Consiglio. In Italia invece non e´cosi, perche´ la Costituzione e´dominata dalla prudenza e dalla paura di non ricadere in autoritarismi di destra o di sinistra come e´ gia´ stato scritto nella nostra Storia politica italiana. Tali timori hanno portato sempre ad una “Democrazia consociativa” che ha funzionato bene almeno fino agli anni Ottanta, per poi indebolirsi progressivamente ed arrivare alla prolissita´ decisionale governativa che il mondo digitale dei nostri tempi non puo´ piu´attendere, accettare e che rigetta. Da qui il “decisionismo Trampiano” che piace molto oggi non solo agli americani che lo hanno votato ma anche ai giovani e adulti di altri continenti. Cio´ mi porta a pensieri lontani e a ricordare ed ad associare l´attuale popolarita´ di Trump a quello vissuto 50 anni fa in Italia da Bettino Craxi. Ero giovanissimo medico che per motivi di una convenzione dell´Ordine dei medici con l´Hotel Raphael in Roma , meraviglioso Albergo appena dietro Piazza Navona, mi permetteva un soggiorno romano a costi accettabili per il prosieguo dei mie studi medico chirurgici. In uno dei miei primi soggiorni capitolini ebbi modo di conoscere e vedere con una certa frequenza l´allora Presidente Bettino Craxi , ospite fisso di questo albergo, spesso in compagnia serale con
Indro Montanelli ( altra figura museale della nostra Italia) al ristorante “Ai Tre Scalini” di Piazza Navona seduti spalle a muro a guardare gli astanti della Piazza e disquisendo spesso anche vivacemente fra loro. Ero incredibilmente attratto dalla imponenza di questo Personaggio ammaliante e seduttivo nell´eloquio sia esso stato televisivo, parlamentare o ovunque. Ma ancora di piu´ ero attratto positivamente dalle sue visioni
politiche nuove su una prospettiva di mondo , italico e non , che aveva necessita´ di dover cambiare. Ecco quindi che modernizzare il socialismo italiano, aprire a riforme economiche e sociali , promuovere la crescita economica, combattere il Terrorismo, affrontare il tema della immigrazione , portava facile pensare a molti di noi di essere di fronte ad un vero Riformatore.
Anche se poi la Storia degli scandali di Tangentopoli ha portato altri a pensarlo come il simbolo della corruzione politica dell´ epoca. In verita´ pero´ fu anche il primo ad ammettere pubblicamente la necessita´di creare un sovvenzionamento pubblico ai Partiti per evitare quelle derive di sistema gia´ profondamente radicate in tutti i Partiti italiani di allora ( ogni Partito aveva un suo Tesoriere).
Per me che venivo da un periodo universitario padovano politicamente caldo dove avevo conosciuto la guerriglia urbana di Lotta continua e Potere operaio (quanti scontri violenti in Mensa San Francesco tra la Celere e questi gruppi organizzati ) il nascere delle Brigate rosse , le aperture politiche riformatrici del Presidente Craxi mi davano orizzonti nuovi. Percepivo che qualcosa poteva cambiare. Cio´ sicuramente
coincideva anche con la mia giovinezza , neo- laureato pronto a qualsiasi sfida con il mondo e Bettino Craxi, esponente della Prima Repubblica, Segretario del Partito Socialista italiano, appariva come colui che incarnava quella necessità di una evoluzione di quel sistema politico. Infatti resto´ nella Storia dello Stato
italiano come uno dei maggiori statisti dell’Italia repubblicana. Il “decisionismo” di cui si fece simbolo Craxi da leader e da Premier come oggi succede con lo stile dirompente di Trump mi porta alla mente una similitudine caratteriale di astuzia politica con la prerogativa del fare , quindi della concretezza. Ovvio che come successe a Craxi , che si attirò ogni tipo di avversione e di odio (da parte dei comunisti, innanzitutto; ma anche dalle corporazioni , dalle lobby e dai giornali-partito come Repubblica; consegnata alla storia la sua inimicizia perenne con Scalfari) e´ quanto succede oggi anche a Trump. Per ricordare la Storia, Craxi elevo´ la sua orgogliosa difesa della sovranità nazionale a Sigonella che fu all’origine di una ostilità duratura con gli Stati Uniti e forse non estraneo a cio´ il particolare accanimento contro di lui nella campagna di
Tangentopoli. Mi chiedo con dubbio se oggi risuccederebbe la stessa cosa. Di sicuro Craxi non si limitò a guidare l’Italia in anni caratterizzati da prosperità e ottimismo; fu anche una delle figure più eminenti e autorevoli dello scacchiere mediterraneo ed internazionale determinando la transizione pacifica della
Tunisia alla morte di Burghiba e fu, d’intesa con il Papa polacco, l’artefice dei finanziamenti che dal Banco Ambrosiano arrivarono a Lech Walesa e a Solidarnosc, prima crepa nella massiccia struttura dell’impero sovietico.
Caxi un protagonista della Storia che dovette restringere le sue capacità nei bizantinismi e nelle difficoltà del consociativismo italiano, che riuscì a far apparire , seppur non a far decollare, la sua Grande Riforma di una Italia Repubblica semipresidenziale sul modello francese. Pensarlo vivo oggi diventa molto intrigante ma mi piace pensare che l’Italia e l´Europa ne avrebbero grande giovamento. Perche´ forse piu´di tanti politici attuali ,anche europei ,avrebbe ancora oggi le idee, la forza , la parola, l´autorevolezza di indurre Trump a trattative leali . Perche´ indipendente dalle posizioni politiche dei Due, Trump avrebbe potuto sempre contare su un vero Statista schietto e sincero senza terzieta´ ma con una visione comune. Come Craxi protesse la nostra Italia lo slogan oggi di Trump e´ Make the Americ Great Again. Craxi e Trump due anime ribelli , grandi negoziatori , accomunati dal dare concretezza ai loro ideali, alle loro idee per il bene della propria Gente. Craxi per l´Italia lo fece.
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