Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato ieri pomeriggio alcuni ministri, tra cui Bezazel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, i due esponenti governativi dell’estrema destra che si oppongono ad ogni accordo. Lo ha detto un consigliere di uno dei ministri al Times of Israel, senza precisare se il tema al centro della riunione, che riguarda comunque la sicurezza, sarà quello degli ostaggi. Intanto a Doha, in Qatar, sono ripresi i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza ed il rilascio degli ostaggi. Il capo del Mossad David Barnea dovrebbe volare in Qatar oggi per prendere parte ai colloqui sugli ostaggi. Le parti sarebbero riuscite a colmare le lacune rimanenti, ha detto unafonte anonima al quotidiano del Qatar Al-Araby Al-Jadeed, e ora stanno aspettando una decisione da Israele.
Nel weekend colpiti 100 obiettivi nella Striscia
Contemporaneamente l’Idf ha reso noto su Telegram di aver colpito solo nel fine settimana 100 obiettivi lungo tutta la Striscia di Gaza, spiegando che Hamas “ha lanciato numerosi missili dalla Striscia verso Israele”. Prima degli attacchi, sottolinea l’esercito, sono state prese numerose misure “per mitigare il rischio di danneggiare i civili”. Secondo il ministero della Salute di Gaza, che porta a 45.805 il numero di vittime totali, è di almeno 88 morti il bilancio delle ultime 24 ore. I feriti sono invece 109.064, mentre il ministero della Sanità della Striscia ha riferito che ieri è stato chiuso anche l’ospedale indonesiano, l’unico che ancora operava nel nord di Gaza.
In aggiunta, “l’Idf ha colpito numerosi siti di lancio, dai quali sono partiti i missili verso Israele” dopo che un razzo è caduto nella zona del valico di Erez (Beit Hanoon) causando danni all’area vicina al deposito dei camion umanitari. I camion degli aiuti, di cui c’è un disperato bisogno a Gaza, utilizzano regolarmente il valico per entrare nell’enclave. Tuttavia, le agenzie umanitarie hanno ripetutamente avvertito che la quantità di aiuti che entra a Gaza non è paragonabile alla quantità necessaria.
Usa e Gb attaccano Saada nello Yemen
Secondo quanto riportato dai media arabi, le forze americane e britanniche hanno condotto diversi attacchi, a Saada, città nord-occidentale dello Yemen controllata dagli Houthi. Non vi è alcuna conferma da parte delle forze armate statunitensi o britanniche. Secondo le Forze di difesa israeliane, gli attacchi sono avvenuti poche ore dopo il lancio di un missile balistico che è stato intercettato prima di raggiungere il territorio israeliano. Su Telegram, un portavoce degli Houthi ha scritto che gli attacchi continueranno fino alla pace a Gaza, ma senza assumersi la responsabilità diretta del lancio del missile.
D’altra parte gli Houthi hanno rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico balistico contro la centrale elettrica israeliana Orot Rabin, a sud di Haifa nel nord di Israele. Nei giorni scorsi avevano preso di mira una centrale elettrica a est di Tel Aviv. Il portavoce delle Forze Armate Yahya Sarèe, ha confermato il “successo dell’operazione,” sottolineando “il continuo impegno dello Yemen nel sostenere la causa palestinese”.
Oltre 100 morti in scontri tra curdi e filoturchi
In Siria, oltre 100 combattenti sono stati uccisi negli ultimi due giorni negli scontri tra fazioni armate sostenute dalla Turchia e forze curde siriane. In un comunicato, le Forze Democratiche Siriane (Fds, dominate dai curdi) hanno affermato di aver respinto “tutti gli attacchi dei mercenari della Turchia appoggiati da droni e aviazione turchi”. Le fazioni filoturche hanno ripreso i loro attacchi proprio quando gruppi ribelli islamisti lanciavano il 27 novembre la loro offensiva contro le forze del presidente Bashar al Assad.
I combattimenti continuano da allora con pesanti tributi di vite umane. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), l’obiettivo delle forze filoturche è di conquistare le Fds dai territori sotto il loro controllo. La Turchia considera le Fds come un’estensione del suo nemico giurato, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Il nuovo leader siriano Ahmad al-Chareh ha dichiarato che le Fds dovrebbero essere integrate nel futuro esercito siriano.
“Hezbollah viola la tregua”, Israele minaccia ritorsioni
Secondo il ministro della difesa israeliano Israel Katz, i combattenti Hezbollah non si sono ancora ritirati a nord del fiume Litani, nel Libano meridionale, a circa 30 km dal confine israeliano, il che non rispetta i termini dell’accordo di cessate il fuoco. Katz ha quindi avvertito che il suo paese agirà “con la forza”. “Se questa condizione non verrà soddisfatta, non ci sarà alcun accordo e Israele sarà costretto ad agire unilateralmente per garantire il ritorno sicuro dei residenti del nord (di Israele ndr) alle loro case”, ha aggiunto Katz.