Ieri, serata della Vigilia di Natale, il Papa ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Pietro, in Vaticano, dando inizio al Giubileo Ordinario 2025, dedicato al tema della ʼsperanzaʼ. In una piazza San Pietro illuminata, ma non affollata come in passato (25mila i presenti), Bergoglio ha pronunciato parole che segnano il cammino dell’Anno Santo: “C’è speranza anche per te. C’è speranza per ognuno di noi”. Il Giubileo della Speranza arriva in un momento storico complesso, segnato da guerre, crisi economiche e profonde divisioni sociali e dunque il messaggio di Bergoglio eʼ risuonato come un richiamo alla responsabilità e alla compassione.
Il significato del Giubileo
Il Giubileo è una tradizione della Chiesa cattolica che risale al 1300, istituita da Papa Bonifacio VIII. Nella sua essenza, il Giubileo è un tempo di grazia, perdono e rinnovamento spirituale, durante il quale i fedeli sono invitati a riflettere sulla loro fede e a riconciliarsi con Dio. L’atto simbolico dell’apertura della Porta Santa rappresenta un passaggio verso una vita nuova. Attraversare quella porta significa aprirsi alla misericordia divina, lasciarsi alle spalle il peccato e rinnovare il proprio impegno nella fede. Il Pontefice ha descritto questo gesto come “l’invito a compiere un passaggio, una pasqua di rinnovamento, a entrare in quella vita nuova che ci viene offerta dall’incontro con Cristo”.
Il tema scelto per il Giubileo 2025, ʼLa speranza non deludeʼ, è una risposta diretta alle sfide del nostro tempo. Guerra, fame, disuguaglianze e povertà caratterizzano il panorama globale, ma il Papa ha invitato a non cedere alla disperazione. “Questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te” ha dettoFrancesco, sottolineando che la speranza non è solo un sentimento, ma un impegno concreto. Nella sua omelia, il Papa ha ribadito che la speranza cristiana “non tollera l’indolenza del sedentario, la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità, e non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi”. È una speranza che richiede audacia, responsabilità e compassione verso i più deboli.
Il Giubileo non è solo un evento spirituale, ma anche un momento di unione globale. Alla cerimonia di apertura erano presenti delegazioni di fedeli provenienti da 54 Paesi, inclusi luoghi dove i cristiani sono minoranza, come Cina e Iran. La partecipazione internazionale ha sottolineato il carattere universale del messaggio giubilare, che trascende confini culturali e geografici.
Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni era presente all’apertura della Porta Santa, a testimonianza dell’importanza dell’evento non solo per la Chiesa, ma anche per l’Italia, che si prepara ad accogliere milioni di pellegrini.
Roma al centro del mondo cristiano
Per Roma, il Giubileo rappresenta una sfida e un’opportunità. La città eterna, cuore del cristianesimo, è pronta ad accogliere migliaia di pellegrini ogni giorno per tutto il 2025. Gli organizzatori definiscono l’Anno Santo “un grande regalo di Natale”, capace di ispirare riflessioni sul bene comune e di offrire momenti di riconciliazione.
Indulgenza plenaria
Uno degli aspetti più significativi del Giubileo è la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria, un atto di misericordia che cancella le conseguenze del peccato per chi si confessa, partecipa all’Eucaristia e compie opere di carità. Il Papa ha sottolineato che il Giubileo non è solo un’occasione per ricevere, ma anche per dare. L’invito è a diventare “testimoni di pace”, portando la speranza nelle comunità e combattendo le ingiustizie.
Responsabilità collettiva
Il Giubileo della Speranza arriva in un momento in cui il mondo è chiamato a riflettere sulle proprie priorità. Francesco ha parlato con forza contro “il quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e le ingiustizie”, invitando i fedeli a impegnarsi attivamente per un futuro migliore. La speranza, ha spiegato il Papa, “non è compatibile con l’egoismo e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso”. È un richiamo alla responsabilità collettiva, alla necessità di costruire una società più giusta e solidale; “Ce ne sono tante di desolazioni in questo mondo, pensiamo alle guerre, ai bambini mitragliati, alle bombe sulle scuole e sugli ospedali”.