domenica, 15 Dicembre, 2024
Società

Facebook crea dipendenza nei bambini. L’Ue mette Meta sotto inchiesta

A rischio la salute fisica e mentale dei giovani europei. Il pericolo disinformazione e inganni

Facebook crea dipendenze nei bambini? Lo sta decidendo la Commissione europea che ha avviato un’indagine approfondita nei confronti di Meta per la possibile violazione delle norme Ue contenute nel Digital Services Act (Dsa) a tutela dei minori. Da Bruxelles si teme che “i sistemi di Facebook e Instagram, compresi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini” e “creare effetti” di isolamento e depressione rischiosi per la loro salute mentale. Sotto la lente anche i metodi di verifica dell’età messi in atto da Meta. “Non siamo convinti che Meta abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi del Digital Services Act per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram”, ha sottolineato il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton. Il gruppo guidato da Mark Zuckerberg era già stato messo in guardia a novembre sulle possibili violazioni a danno della tutela dei minori, ma le sue risposte alle richieste formali di Bruxelles non sono state considerate rassicuranti.

In azione il DSA

L’indagine Ue riguarda, nel dettaglio, il rispetto da parte di Meta degli obblighi in materia di valutazione e mitigazione dei rischi nella progettazione delle interfacce di Facebook e Instagram, “che possono sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori e causare comportamenti di dipendenza” e “rafforzare” gli effetti più dannosi per la salute mentale. Bruxelles valuterà anche la conformità della società di Menlo Park ai requisiti necessari a impedire l’accesso di bambini e adolescenti a contenuti inappropriati, in particolare gli strumenti di verifica dell’età che – è il sospetto – “potrebbero non essere ragionevoli, proporzionati ed efficaci”. Per chi viola le norme, il Digital Services Act (Dsa) prevedono multe fino al 6% del giro d’affari annuo globale delle società e, in caso di recidiva, il divieto di operare in Europa. Il 22 aprile scorso l’Ue, mossa dagli stessi timori relativi alla tutela degli adolescenti, aveva aperto un’indagine nei confronti di TikTok, portando pochi giorni dopo il popolare social cinese a sospendere il suo programma a premi sulla app Lite in Francia e in Spagna.

Disinformazione e inganni

Meta era già finita ad aprile sotto la lente dell’Unione per la pubblicità ingannevole e disinformazione. La Commissione sospetta che Meta non rispetti gli obblighi di Dsa relativi alla diffusione di pubblicità ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell’Ue. La proliferazione di tali contenuti può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori. La Commissione sospetta che la strategia di Meta legata all’“approccio ai contenuti politici”, che declassa i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, compresi i loro feed, non sia conforme agli obblighi della Dsa. Inoltre, al pericolo delle manipolazioni dalla Russia, la Commissione europea manifesta il pericolo dovuto all’indisponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio in tempo reale del discorso civico e delle elezioni in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo e di altre elezioni in vari Stati membri. “Sospettiamo che la moderazione di Meta sia insufficiente, che manchi di trasparenza negli annunci pubblicitari e nelle procedure di moderazione dei contenuti. Quindi abbiamo avviato un procedimento contro Meta per valutare la loro conformità alla legge sui servizi digitali”, ha affermato recentemente la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margreth Vestager.

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