sabato, 4 Maggio, 2024
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Cantone: “Striano non ha agito da solo. Scaricati 33.528 file e spiate 4.214 Sos”

Il Pm di Perugia all'Antimafia e poi con Melillo al Copasir

In quattro anni il Sottotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, indagato per accesso e divulgazione abusiva di dati informatici, ha consultato 4.124 Sos (Segnalazioni operazioni sospette), 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimento che sono state eseguite digitando i nominativi di 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, e scaricato 33.528 file dai server della Direzione nazionale antimafia. Ma nonostante questi “numeri spropositati, il mercato delle segnalazioni non si è fermato a lui, non era da solo”. Parole chiare quelle di ieri del Procuratore di Perugia Raffaele Cantone che ha parlato davanti alla Commissione Antimafia in merito all’inchiesta nota oramai con il nome di ‘dossieraggio’. “Credo sia necessario ripristinare la verità dei fatti esposti in questa fase, alcuni dei quali riportati in modo generico, avendo avuto conoscenza limitata degli atti, e intervenire per salvaguardare un’istituzione sacra come la procura nazionale” ha continuato Cantone, aggiungendo che il mercato delle Sos non ha subito alcuna interruzione: “Durante la prima fuga di notizie, infatti, è uscito un riferimento a una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare con il Ministro della Difesa Guido Crosetto, non vista da Striano. Quindi c’era qualcuno a vendere sotto banco le Sos. L’indagine è stata trasmessa alla Procura di Roma”. Da ricordare che al momento sono indagati anche il Sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati per abuso d’ufficio e quattro giornalisti che avrebbero usufruito di questo sistema. “Ma nessun attacco alla stampa la cui libertà resta fondamentale”, la precisazione di Cantone.

Ulteriori approfondimenti

Tornando ai dati e Striano, Cantone ha spiegato che le ricerche effettuate sulla banca dati Serpico sono state svolte su 1.123 persone, anche se il numero effettivo potrebbe salire fino a 3.000, riferito esclusivamente alle persone coinvolte. “Con oltre 10.000 accessi già registrati, ci aspettiamo un aumento significativo in futuro. Striano ha compilato una sorta di diario delle pratiche svolte, inclusa un’indagine sui fondi della Lega, che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti”. Sono cifre che preoccupano, e non poco Cantone: “Che fine hanno fatto gli atti prelevati? Potrebbero essere andati nelle mani dei servizi segreti stranieri”. Insomma, a rischio anche la sicurezza nazionale.

Audizione al Copasir

Cantone che, ieri, è stato sentito al Copasir insieme al Procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. Un’audizione secretata (il magistrato al termine di essa si è limitato a commentare di aver detto quello che gli era stato chiesto e che riteneva opportuno), nonostante l’appello di alcuni esponenti politici che avevano richiesto nelle ore precedenti di rendere pubblico il dibattito per “una massima trasparenza”, come il leader di Azione Carlo Calenda. Da Bonelli e Fratoianni di Avs, invece, era invece arrivata la protesta per l’assenza di rappresentanti del proprio gruppo politico: “Questa secondo voi è democrazia?”.

Il caso Gravina

Indagato intanto dalla Procura di Roma per autoriciclaggio Gabriele Gravina, Presidente della Figc, che ieri ha messo a disposizione una memoria e una serie di atti, tra cui bonifici bancari, a disposizione dei pm. “C’è amarezza a livello personale – le parole del numero 1 della Federcalcio -. Sono attaccato sul piano della credibilità, ma questa vicenda mi renderà più forte. Nell’attività che sta emergendo sono e sono stato parte lesa, perché ci sono contenuti falsi. Ho chiesto di essere indagato, cosa indispensabile da parte mia”.

Del caso Gravina ha parlato anche il procuratore Cantone, sempre in Commissione parlamentare Antimafia: “Ci sono stati una serie di contatti con dei soggetti della Lazio, ma senza prove non ci sono ancora responsabilità. A tal proposito abbiamo già ascoltato a Perugia il presidente Claudio Lotito come persona informata sui fatti. Quindi abbiamo ritenuto di trasmettere gli atti alla procura di Roma”.

Le reazioni

Tra i primi a parlare, nella mattinata di ieri, Matteo Renzi, leader di ‘Italia Viva’: “Solo la punta dell’iceberg – il suo pensiero su X -. Finché lo dicevo solo io tutti stavano zitti, per paura o magari per interesse. Adesso sta emergendo un quadro molto più ingarbugliato. Spero che sia la volta buona per riportare la legalità e rispettare finalmente la Costituzione”. La Lega, in un comunicato, ha espresso preoccupazione: “Da anni subiamo una campagna diffamatoria che poi viene smontata in tribunale dopo anni di fango e di vite rovinate. Lo scandalo spioni conferma che si tratta di un vero e proprio attacco alla democrazia. Faremo di tutto per andare fino in fondo”. Duro, infine, il commento del Deputato PD e componente della Commissione antimafia, Andrea Orlando: “Cretino chi pensa che il PD sia collegato a questa vicenda. Tra gli spiati ci sono anche esponenti non del Centrodestra. Il problema che si pone è quello della vulnerabilità del nostro Paese rispetto alla possibilità di ingerenze interne ed esterne. Sarebbe matura una maggiore unità delle forze politiche, che non sempre siamo in grado di dare”.

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