sabato, 14 Dicembre, 2024
Attualità

Melillo all’Antimafia: “Le azioni di Striano non individuali”

Il Pm “Fatti gravissimi”. Tajani: “Capire chi è il regista”. Schlein: “Vederci chiaro”

“Sono qui perché spinto da un sincero spirito di collaborazione istituzionale, contro ogni tentativo di speculazioni e letture strumentali”. Una premessa d’obbligo quella del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, ascoltato ieri in audizione in Commissione parlamentare sul caso dell’oramai famosa inchiesta di Perugia sul dossieraggio: il caso di vip e politici spiati ‘sbirciati’ attraverso accessi abusivi che, secondo le indagini, almeno in un primo momento, il finanziere Pasquale Striano in servizio alla Procura nazionale antimafia avrebbe eseguito (migliaia di volte) tramite la consultazione delle banche dati delle Sos (Segnalazioni operazioni sospette). Ma oggi l’inchiesta, guidata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia Raffaele Cantone, non riguarda più il solo Striano, ma una quindicina di persone tra cui il Pm antimafia Antonio Laudati, in passato responsabile del servizio Sos e accusato di falso e abuso di ufficio. E difatti Melillo durante la sua testimonianza ha espresso dubbi sulla possibilità che le azioni attribuite al Sottotenente Striano (comunque a oggi indagato per accesso e divulgazione abusiva di dati informatici) siano il risultato di una deviazione individuale anche perché “ci sono molti elementi che suggeriscono la presenza di una pianificazione più ampia e di una rete di relazioni dietro le sue azioni”. A rafforzare questa tesi il fatto che “risultano accessi abusivi alle Sos avvenuti anche nelle scorse settimane e quindi per mani diverse da quelle attribuite oggi”.

Dati sensibili

Melillo si è detto profondamente preoccupato riguardo alla sicurezza dei dati sensibili, definendo “estremamente grave” quanto accaduto ed evidenziando la complessità della gestione delle banche dati che contengono informazioni cruciali per la lotta contro il crimine. Il Procuratore ha poi chiarito che, nonostante la percezione diffusa di una vasta raccolta di segnalazioni di operazioni sospette nella banca dati della Dna (“non è un mostro nero”), in realtà solo una percentuale ridotta di queste proviene dall’Unità di informazione finanziaria.

“Le Sos sono strumenti delicatissimi”, ha continuato Melillo, spiegando che contengono informazioni in grado di profilare individui e rivelare dettagli sulle relazioni personali e sociali. “Da questo deriva che l’uso delle Sos deve essere circondato dal massimo rigore delle procedure di accesso e di controllo successivo e deve avvenire nei limiti e all’esclusivo fine dell’attribuzione di ciascuna istituzione coinvolta”. Pertanto, ha sottolineato l’importanza di adottare procedure rigorose per l’accesso e il controllo delle stesse, garantendo che vengano utilizzate esclusivamente per gli scopi autorizzati e nel rispetto delle leggi sulla privacy e della tutela dei dati personali.

Fragilità delle reti

Durante l’audizione Melillo ha lanciato un allarmante avvertimento sulla fragilità delle reti informatiche, soprattutto nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Secondo il Procuratore, questa debolezza non solo esiste di fronte agli attacchi interni o esterni, ma è anche esacerbata dalla crescente dimensione digitale del crimine organizzato e dalla capacità investigativa limitata delle autorità. Il cyber spazio, ha sottolineato Melillo, è diventato il fulcro delle attività criminali organizzate, così come del terrorismo: “La sua importanza”, ha detto, “è tale che oggi non è più concepibile condurre indagini efficaci su mafia e terrorismo senza una solida padronanza della dimensione cibernetica”.

Tajani e Schlein

Sullo scandalo del dossieraggio è tornato a parlare il Vicepremier Antonio Tajani che ha condannato fermamente l’atto: “È una vicenda che ha veramente dell’incredibile perché mi pare che in un Paese democratico sia inaccettabile che qualcuno vada a rovistare, violando la legge, nelle vicende private di centinaia e centinaia di persone, non solo politici, uomini d’affari, uomini di sport, protagonisti della società”, le parole del Ministro degli Esteri che ha sottolineato la gravità dell’intrusione nella privacy delle persone e chiedendo chi sia il responsabile dietro questa operazione.

Ha chiesto assoluta chiarezza sulla vicenda anche la Segretaria del Partito democratico Elly Schlein: “Penso che sia molto grave che ci siano stati, come ho appreso dai giornali, 800 accessi non legittimi, cioè non per i fini per cui quelle informazioni sono in possesso di quelle autorità”. Ma la numero uno dei democratici ha anche sottolineato che nonostante la gravità dello scandalo, è essenziale preservare la libertà di stampa, che considera un pilastro fondamentale della democrazia.

Oggi in mattinata alla Commissione antimafia sarà sentito Cantone: “La nostra richiesta di essere auditi nasce da un semplice, sincero spirito di collaborazione istituzionale che crediamo sia doveroso”, la conclusione di Melillo che nel pomeriggio sarà audito, con Cantone, dal Copasir.

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