sabato, 27 Luglio, 2024
Attualità

Milei a sorpresa abbraccia il Papa: “Non ci posso credere”

Il presidente argentino dopo le accuse a Bergoglio in campagna elettorale

Nel corso della sua campagna elettorale aveva definito il Papa come un “rappresentante del maligno sulla terra”. Una descrizione, questa fatta dal nuovo Presidente dell’Argentina Javier Milei, tra le più violente rivolte in assoluto nei confronti del Pontefice, in più suo connazionale. Ieri invece, al termine delle celebrazioni di canonizzazione della prima santa argentina MamàAntula all’interno della Basilica di San Pietro, i due prima si sono stretti la mano e poi si sono abbracciati. Nello specifico il Santo Padre, in sedia a rotelle, dopo la cerimonia si è avvicinato all’ultraliberale Milei (in viaggio istituzionale in Italia) per un incontro ‘fuori protocollo’ (l’incontro tra Francesco e Milei è previsto per questa mattina nel corso di un’udienza privata, in giornata previsti anche colloqui con il Capo dello Stato Sergio Mattarella e con il Primo Ministro Giorgia Meloni).

Il comportamento del Santo Padre è stato particolarmente apprezzato dal Presidente argentino che ha parlato di un gesto molto forte (“Non ci posso credere”, le sue parole) e di essersi commosso per l’abbraccio. Milei successivamente ha poi postato una foto che lo ritrae all’interno della Basilica Vaticana accompagnata dalla scritta ‘Muchas gracias’. Insomma, il rapporto tra il Papa e Milei sembra essere oramai recuperato dopo le offese rivolte da quest’ultimo al Pontefice che comunque, sùbito dopo l’elezione alla Casa Rosada, aveva alzato il telefono per complimentarsi con lo stesso Presidente per la sua nuova carica.

Lebbre dell’anima

Nel corso del rito di canonizzazione Francesco ha voluto affrontare temi scottanti e attuali che riguardano la società contemporanea, affrontato anche con durezza la questione della marginalizzazione e dell’esclusione sociale, identificando tre ‘lebbre dell’anima’ che contribuiscono a perpetuare ingiustizie e sofferenze: la paura, il pregiudizio e la falsa religiosità. Cause profonde di discriminazione e rifiuto nei confronti dei più deboli, che vengono scartati come rifiuti dalla società. E dunque il Vescovo di Roma ha invitato i fedeli a riflettere sulle proprie azioni e mentalità, sottolineando che la marginalizzazione non è un fenomeno relegato al passato, ma è ancora presente nel nostro tempo. E dunque ha esortato a superare le barriere e ad affrontare le ‘lebbre’ dell’emarginazione con gesti concreti di amore e vicinanza, seguendo l’esempio di Gesù quando toccava e guariva i malati, nonostante ciò comportasse l’emarginazione sociale per lui stesso.

I diritti dei malati

La giornata di ieri combaciava con la ‘Giornata mondiale del malato’: l’occasione giusta per Francesco di rivolgere un appello per il diritto fondamentale alla vita e alle cure per tutte le persone, sottolineando che ci sono ancora molte persone nel mondo a cui è negato questo diritto essenziale: “Penso a quanti vivono in povertà estrema”, ha detto, “ma penso anche ai territori di guerra: lì sono violati ogni giorno i diritti umani fondamentali, è intollerabile”. Il Pontefice ha dunque chiesto di non dimenticare tutti i popoli che versano in condizioni di sofferenza a causa dei conflitti armati, invitando a pregare per la “martoriata Ucraina, per la Palestina e per Israele, per il Myanmar e per tutti i popoli martoriati dalla guerra”.

Il Santo Padre, sempre nell’ambito della ‘Giornata mondiale del malato’, ha parlato della necessità di prendersi cura di chi soffre ed è solo, magari anche emarginato e scartato: “Con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento”.

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