giovedì, 2 Maggio, 2024
Attualità

Conoscenza digitale e città intelligenti

La relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sul degrado delle città e delle periferie nelle passate legislature, ha evidenziato come ormai si siano delineati fenomeni dirompenti sui cui è necessario intervenire nell’immediato futuro: la longevità, la crisi del ceto basso e medio urbano, il disagio giovanile e la multiculturalità.  Il tempo che stiamo vivendo ci ha messo dinanzi a delle sfide cruciali: la transizione verde (green transition), la trasformazione digitale (digital transformation)l’invecchiamento della popolazione (ageing population), la rigenerazione urbana ed ambientale (urban and environmental regeneration) e l’immigrazione internazionale (international immigration).  La sfida della “conoscenza elevata” (learning elevation) con l’AI e  la piattaformizzazione delle relazioni tra le persone non può prescindere algoreticamente da una grande alleanza globale per la tutela dei diritti umani e sociali alla base dei processi democratici compiuti. La “nuova sapienza sociale” oltre la terza missione dei saperi è un appello, è ricostruire il tessuto sociale, istituzionale, economico e politico finalizzato alla creazione della società della conoscenza per una “leadership trasformativa”.

Come ci indica Joseph E. Stiglitz  nelle sue ricerche sulla società dell’apprendimento, al centro c’è  la “dignitas homine”.  Rimane la “persona”, culla dello spazio e del tempo nella quale la relazione umana e sociale  si integra con il sapere e l’educazione trasformativa. Essa è  laboratorio dell’ecologia umana per città e comunità intelligenti.  La Raccomandazione Unesco a cui fa riferimento l’indirizzo  della Giornata Mondiale sull’educazione 2024 ci ha indicato il percorso: il diritto all’educazione per tutte le persone e per tutte le età. Diritto universale inalienabile attraverso il quale si realizzano tutti gli altri diritti.  Una nuova società della conoscenza ispirata all’Agenda Onu 2030 non è orientata allo spazio, ma alla persona. Una comunità visionaria è capace di indicare il percorso ma nello stesso tempo da realista è capace di leggere profondamente i segni dei tempi come ci ha insegnato Giorgio La Pira. Città e comunità che seppur “aumentate” sono bisognose di realtà a misura di persona “alfabetizzata” digitalmente e sincronizzata nelle sue molteplici culture e connessioni antropologiche.  Alleanze per il sapere nel quale lo sviluppo umano integrale rende le città e le comunità non più resilienti ma “salienti”.  Non più smart city ma “edutech-city”  dove le tecnologie dell’informazione e dell’educazione è bene comune per le istituzioni, i luoghi del sapere scolastico e scientifico, della formazione universitaria, delle parti sociali, della società civile, del terzo settore. Allora si,  le persone saranno abitanti di città intelligenti, intelligenti nel senso di educati al rispetto della dignità umana e dei diritti sociali di ognuno e di tutte le età.

 

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