martedì, 30 Aprile, 2024
Ambiente

Allarme idrico in Italia: riserve d’acqua al di sotto delle medie storiche già a gennaio

Un inizio d’anno con sei mesi d’anticipo climatico ha portato l’Italia a confrontarsi nuovamente con l’ombra della siccità, sollevando preoccupazioni particolari per il futuro dell’agricoltura meridionale. Il report dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche disegna un quadro allarmante delle disponibilità idriche nel Paese, evidenziando una disomogeneità notevole e indicando chiaramente una situazione di stress idrico. Il Presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi sottolinea il cambiamento climatico prematuro che si sta affrontando: “L’Italia si è nuovamente rovesciata, ma i 6 mesi d’anticipo climatico fanno temere soprattutto per il futuro dell’agricoltura meridionale. Non è certo normale parlare di rischio siccità a gennaio, così come va evidenziato che le risorse idriche, anche dove sono superiori all’anno scorso, permangono spesso al di sotto delle medie storiche”. I dati presentati mostrano una variazione significativa nella portata di numerosi fiumi e laghi nelle diverse regioni italiane. A esempio, in Valle d’Aosta, la Dora Baltea registra una portata superiore rispetto all’anno precedente, ma al di sotto della media mensile. Situazione simile si verifica in Piemonte, dove il flusso del Tanaro è più che dimezzato rispetto alla media mensile. Tuttavia, in Lombardia, il fiume Adda è in crescita, e le riserve idriche totali sono superiori alla media. Nel Nord Italia, i livelli dei grandi laghi sono generalmente stabili sopra la media, tranne per il Lago Sebino. La situazione migliora in Veneto, dove l’Adige segna una delle migliori condizioni dal 2016. Tuttavia, scendendo lungo la Penisola, la situazione si complica.

Situazione preoccupante

In Emilia Romagna, molti fiumi hanno flussi al di sotto della media, e l’Enza trasporta significativamente meno acqua rispetto all’anno scorso. Anche il fiume Po mostra un calo nei livelli lungo tutto il corso. In Liguria e Toscana, la situazione dei fiumi è altrettanto critica, con flussi al di sotto della media e, in alcuni casi, nettamente inferiori rispetto all’anno precedente. Nelle Marche i fiumi presentano altezze dimezzate rispetto al 2023, ma le riserve nei bacini artificiali sono confortanti. In Umbria, la situazione del lago Trasimeno e dei fiumi Nera e Chiascio è preoccupante. Nel Lazio, i principali fiumi hanno portate quasi dimezzate alla media, mentre i laghi registrano livelli in discesa rispetto all’anno scorso. Il report suggerisce che la realizzazione di nuovi invasi potrebbe contribuire a garantire una maggiore sicurezza idrica, considerando l’irregolarità dei fenomeni atmosferici. In Campania, la situazione è migliore, con il fiume Volturno che segna addirittura il record del quinquennio. In Basilicata, le dighe mostrano un lieve aumento del volume d’acqua trattenuto, mentre in Puglia le disponibilità idriche nei bacini registrano un surplus rispetto al 2023. Infine, segnano un incremento maggiore le disponibilità idriche nei bacini di Puglia, dove si registra un surplus di oltre 37 milioni di metri cubi sull’anno scorso.

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