giovedì, 2 Maggio, 2024
Economia

Cresce l’indebitamento di chi acquista on line. Preoccupazione della Bri

L’Europarlamento ha approvato la direttiva sul Credito al consumo

Non solo per pagarsi le vacanze, ma anche per pagare i regali e fare normali acquisti è cresciuto quello che un tempo era il semplice e banale indebitamento. Oggi si chiama “Buy Now, Pay Later”, compra ora e paga dopo, formula che è accettata anche nell’online e serve a dilazionare e frazionare i pagamenti. Alla fine si deve comunque pagare, ma il fenomeno sta prendendo piede anche in Europa e ha messo in allarme le autorità di vigilanza che temono l’iperindebitamento “nascosto” di famiglie e consumatori, specie quelli giovani, a basso reddito e meno istruiti.

Tendenza tra i giovani

Non la tecnologia in sé che preoccupa ma il rischio che vi si faccia ricorso oltre le proprie disponibilità senza rendersi, realmente, conto dei rischi che si corrono. Sul Buy now, Pay later è intervenuta la Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri), ente con sede a Basilea che promuove la cooperazione tra le Banche Centrali. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, curato da Assofin, Ipsos, Nomisma e Crif, la possibilità di fare un acquisto online e pagare a rate è conosciuta da metà degli italiani, quota che sale a due-terzi tra i più giovani. A livello mondiale questo canale copre ormai il 5% dei pagamenti e in Italia cresce a tripla cifra (nel 2022, segnala l’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano, è arrivato a valere 2,3 miliardi di euro con un balzo in avanti del 253%) con la prospettiva di superare i 3 miliardi di euro entro il 2026.

Consumatori senza “storia”

Quanto è emerso nell’ultimo controllo è che la clientela del Buy now pay Later presenta mediamente un profilo di credito più rischioso rispetto agli utenti dei tradizionali prodotti di credito al consumo. “Gli schemi di Buy now Pay later sono accessibili anche a consumatori senza una storia creditizia o un reddito stabile. I clienti sono in genere più giovani, con meno istruzione e credit score più bassi”, si legge nel report. Per tenere sotto controllo i fattori di rischio, la Bri propone un doppio monitoraggio: “da un lato contrastare la comunicazione fuorviante o insufficiente; dall’altro monitorare maggiormente le interconnessioni dirette e indirette con il resto del sistema finanziario, con l’obiettivo di contrastare sul nascere eventuali effetti contagio.”

La situazione in Italia

Nel frattempo la questione è giunta a Bruxelles e l’Europarlamento ha approvato la direttiva Ccd(l’acronimo sta per credito al consumo, compreso il Bnpl), che si applica a tutti i finanziamenti a vantaggio delle persone fisiche con importo fino a 100 mila euro, compresi i micro-prestiti sotto i 200 euro, che fino a questo momento non prevedevano regole. Banche e società finanziarie sono tenute a consegnare al consumatore, prima della firma, un prospetto preimpostato che riassume tutte le caratteristiche del prodotto e il suo costo complessivo. Sul primo fronte in Italia esiste già un tetto, che viene aggiornato periodicamente, mentre mancano limiti sul secondo versante.

Italiani e metodi di acquisto

L’Italia è tra i Paesi europei più digitali con 1 utilizzatore frequente su 5. Una ricerca condotta da Kantar e Floa, fintech specializzata in soluzioni di pagamento Buy Now Pay Later, ha esaminato le abitudini e i costumi dei consumatori italiani nel 2022, sia online sia in negozio. La ricerca mostra come i consumatori italiani continuino ad affrontare situazioni problematiche quando acquistano online. Il 48% trova frustrante dover scaricare un’applicazione per poter pagare, mentre il 27% trova difficile compilare un modulo online con i propri dati prima di effettuare un acquisto. E ancora: il 17% non vede di buon occhio che siano aggiunti servizi o prodotti non richiesti, e il 25% degli intervistati non ama essere reindirizzato a una pagina esterna. Per quanto riguarda poi lo shopping nei negozi fisici, in base alla ricerca il 47% dei consumatori italiani trova fastidiosa non poter ricorrere ad alcuni metodi di pagamento perché non sono accettati ovunque e una minoranza, il 33%, critica la compilazione obbligatoria di moduli con informazioni personali.

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