giovedì, 2 Maggio, 2024
Esteri

Iran, esplosioni alla tomba di Soleimani. Oltre 100 morti

Raisi: “atto codardo e terroristico”. Jihad: “rafforza Umma islamica”

Due esplosioni a distanza di venti minuti nei pressi del cimitero di Kerman, il “cimitero dei martiri”, in Iran, hanno ucciso oltre 200 persone e ferito altre centinaia. Il dato è provvisorio perché lungo la strada che portava al cimitero c’erano migliaia di persone. Tra questi anche molti ufficiali militari. Al cimitero era prevista la commemorazione di Oassem Soleimani, il capo delle forze Qods delle Guardie della Rivoluzione, ucciso il 3 gennaio del 2020 in Iraq da un’incursione degli Stati Uniti. La prima esplosione è avvenuta a 700 metri e la seconda, la più devastante, a un chilometro di distanza dalla tomba del generale. Il Presidente Ayatollah Seyed Ebrahim Raisi ha diffuso un messaggio in cui condanna fermamente il crimine, definito “anti-iraniano”, “atto codardo” e “terroristico” e ha scritto, tra l’altro, “tali azioni non potranno mai turbare la ferrea determinazione della nazione iraniana nel difendere gli ideali islamici.” “Chiedo a tutti i funzionari provinciali di adottare quanto prima le misure necessarie per alleviare il dolore dei feriti e ripristinare l’ordine e la pace.”

Le reazioni dell’Iran

“I terroristi dietro l’esplosione nel cimitero di Kerman sono mercenari di potenze arroganti (termine che l’Iran usa per gli Stati Uniti e i suoi alleati) e saranno certamente puniti”, ha detto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei. “Dopo aver fallito nel mettere in sicurezza il Paese attraverso diversi complotti, i terroristi hanno tentato di vendicarsi del popolo iraniano. Provano un profondo odio verso il movimento di Resistenza e il generale Soleimani”, ha aggiunto il capo della magistratura iraniana. “Questi terroristi brutali e dal cuore malvagio e i loro governanti assassini dovrebbero sapere che anche a causa di queste mosse maligne l’Iran non smetterà mai di sostenere le sue sacre cause.” Parole simili a quelle del ministro dell’interno, Ahmad Vahidi, che ha spiegato che saranno condotte “ulteriori indagini” e che “i colpevoli riceveranno un duro schiaffo in faccia.” Il ministro ha spiegato che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima. Il maggiore generale Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate ha dichiarato che l’attentato ha lo scopo “di indurre la nazione iraniana a dubitare di continuare il cammino dei martiri e creare una distanza tra il popolo e il sistema islamico, ma l’esperienza degli ultimi quattro decenni ha ha sempre invalidato i sogni illusori dei nemici.” Oggi, in Iran, iniziano tre giorni di lutto nazionale. Più diretto il deputato Hossein Jalali secondo il quale “Israele è sicuramente uno dei responsabili.” L’attentato, finora, non è stato rivendicato.

La “Umma” islamica

I sunniti della Jihad islamica palestinese hanno condannato con un comunicato l’attentato. La dichiarazione esprime le condoglianze al popolo dell’Iran e alla Guida Suprema, Ali Khamenei. “Questa mossa codarda non farà altro che rafforzare l’unità della Umma (comunità) islamica e la loro fede nella resistenza.” E anche il Presidente turco, Erdogan, ha detto: “siamo profondamente rattristati per l’atroce attacco terroristico che è stato messo in atto nella provincia di Kerman in Iran”. Anche l’Unione europea, tramite il portavoce del Servizio di Azione Esterna, condanna con la massima fermezza l’attentato: “questo atto di terrore ha provocato un bilancio sconvolgente di morti e feriti tra i civili. I nostri pensieri sono ora rivolti alle vittime e alle loro famiglie. I responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni”. E anche il Presidente russo, Putin, ha detto: “condanniamo fortemente il terrorismo in ogni forma e manifestazione e confermiamo il nostro impegno per la lotta senza compromessi contro il male.” Infine, da una località segreta del Libano, il leader degli Hezbollah, Hasan Nasrallah, che teneva un discorso, probabilmente registrato, dopo l’attentato a Beirut e per commemorare Soleimani, ha detto, tra l’altro: “la resistenza armata in Libano è più pronta che mai ad affrontare il nemico” e che “Israele ha fallito a raggiungere i suoi obiettivi di guerra. Non è riuscita a liberare gli ostaggi. Non è riuscita a controllare la Striscia di Gaza”.

Raisi e Blinken in Turchia

L’attentato segue agli assassinii di lunedì, a Beirut, di alcuni dirigenti di Hamas e soprattutto del numero due dell’organizzazione, Saleh al-Arouri. Ora un’escalation della guerra è sempre più vicina e il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken, ha già annunciato che sabato sarà in visita ufficiale in Turchia dove incontrerà l’omologo turco Hakan Fidan per discutere della crisi in corso a Gaza. Blinken potrebbe avere anche un incontro con il Presidente Recep Tayyip Erdogan. Blinken si era recato ad Ankara per la prima volta dopo l’inizio della guerra a Gaza il 6 novembre scorso, ma non aveva incontrato Erdogan. Mentre era programmata per oggi, ma potrebbe saltare ad altra data, una visita ad Ankara del Presidente iraniano Ebrahim Raisi, inizialmente prevista per fine novembre ma poi annullata.

L’Egitto congela le trattative

Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, parlando con una delegazione del Congresso Usa, prima dell’attentato in Iran, aveva sottolineato l’importanza di “un’azione responsabile” per evitare di allargare il conflitto nella regione.” Ma ha anche ufficialmente informato Israele di aver congelato il suo ruolo di mediatore tra lo Stato ebraico e le fazioni palestinesi nei negoziati sugli ostaggi, dopo l’uccisione di Saleh Al-Arouri. Dall’altra parte, invece, il capo del Mossad, David Barnea ha affermato che Israele è determinato ad eliminare tutti i responsabili dell’attacco del 7ottobre.

Gli Houthi in Iran

Nel mar Rosso, invece, continuano gli attacchi alle navi israeliane da parte dei ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran. Il capo della delegazione negoziale Houthi, Mohammad Abdul Salam, ieri ha incontrato in Iran Mohammed Ghalibaf, importante membro del Consiglio della Shura iraniana, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian e altri funzionari per discutere delle politiche contro Israele. Lo scrive il Jerusalem Post.

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