sabato, 4 Maggio, 2024
Ambiente

Tasso di circolarità in Europa: Italia quarta nell’Ue

“Solo un decimo dei materiali usati dall’economia europea viene dal riciclo”. A mostrarlo sono i dati pubblicati qualche giorno fa da Eurostat (Istituto di statistica europeo) che ha analizzato il tasso di utilizzo circolare dei materiali dell’UE, il cosiddetto ‘tasso di circolarità’, ovvero la quota di risorse adoperate provenienti da materiali di scarto riciclati. Eurostat ha stimato che tale tasso ha raggiunto l’11,5% nel 2022, con l’Italia al quarto posto.

La circolarità nei Paesi

Rispetto al 2021, il tasso di circolarità è aumentato di 0,1 punti percentuali, mentre tra il 2010 e il 2022 il tasso è aumentato di 0,8 punti percentuali, passando dal 10,7% all’11,5%. Riguardo ai singoli Paesi, nel 2022 il tasso di circolarità è stato più alto nei Paesi Bassi (27,5%), seguiti dal Belgio (22,2%), dalla Francia (19,3%) e dall’ Italia con il 18,7%. Nella classifica Eurostat, sul totale della materia impiegata nell’economia, l’Italia dunque non raggiunge il 20% di materie prime seconde, che consistono in scarti di produzione o di materie derivanti da processi di riciclo che possono essere immesse di nuovo nel sistema economico come nuove materie prime. Il tasso di circolarità più basso, invece, è stato registrato in Finlandia (0,6%), poi in Romania (1,4%) e in Irlanda (1,8%). Come precisato da Eurostat: “Le differenze nel tasso di circolarità tra i Paesi dell’UE non si basano solo sulla quantità di riciclo in ciascun Paese, ma anche su fattori strutturali delle economie nazionali”.

I materiali

Relativamente ai materiali, Eurostat segnala che, il tasso di circolarità più elevato è stato quello dei minerali metallici con il 23,9% (+0,6 punti percentuali rispetto al 2021), seguito dai minerali non metallici incluso il vetro, con il 13,7% e dalle biomasse con il 10%. Per i materiali energetici fossili, inclusi plastica e combustibili fossili, il tasso di circolarità raggiunge il 3%. I materiali da combustibili fossili, spiega Eurostat, “sono meno adatti al riciclaggio perché vengono utilizzati principalmente per scopi energetici, il che implica la loro trasformazione in emissioni atmosferiche. Tuttavia, sono possibili molti progressi nel riciclo della plastica. Anche la biomassa è in parte inadatta al riciclo, ad esempio cibo e foraggio o legno per l’energia, ma sono possibili progressi attraverso la riduzione dei rifiuti alimentari, il riciclo dei tessuti naturali, eccetera”.

Export e import

Sempre nel 2022, il report dell’Istituto di statistica mostra che, il materiale riciclabile più portato all’estero, fuori dall’Europa, è stato la carta con il 77,1% delle esportazioni; seguono la plastica con il 17,5% e il vetro con il 5,4%. Il 29% della carta riciclabile, che da sola rappresenta più di tre quarti delle esportazioni, finisce in India, il 19% in Indonesia e il 12% in Turchia. Invece, relativamente alle importazioni di materiali riciclabili, dal Regno Unito lo scorso anno sono arrivati: il 47% della carta riciclabile, il 45% della plastica e il 47% del vetro. Gli Stati Uniti, sono il secondo fornitore di carta riciclabile, con il 20% dell’importazione.

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