giovedì, 2 Maggio, 2024
Ambiente

Salvestrini: “Plastica, aumentare gli impianti di riciclo”

Intervista al Direttore generale di PolieCo

Lei vanta una grossa esperienza nel settore del riciclo della plastica essendo da ben 25 anni alla direzione generale di PolieCo, il consorzio per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene. Può dirci com’è collocato oggi il nostro Paese rispetto agli obbiettivi fissati dalla Unione europea?
Da tempo si dichiara con enfasi che l’Italia è ai primi posti in Europa per il riciclo, mentre la realtà è ben diversa. Abbiamo a che fare con numeri che indicano una quantità di rifiuti avviati a raccolta molto alta e questo anche grazie ai cittadini che fanno la loro parte, ma i numeri del vero riciclo restano ancora tanto da migliorare. Non è un caso se oggi ci ritroviamo dinanzi a continue esportazioni di rifiuti che dovrebbero essere ulteriormente selezionati per poter essere riciclati e che, invece, vengono inviati all’estero, molto spesso in Paesi dove non ci sono impianti adatti e tecnologicamente avanzati. Un fenomeno che finisce per alimentare il rischio dei traffici illeciti dei rifiuti e che ci consegna un quadro diverso dall’ostentato raggiungimento degli obiettivi europei, al massimo possiamo avere l’ambizione di essere tra i primi posti per la raccolta.

Dunque, quale futuro ci attende e quali suggerimenti vorrebbe dare ai decisori pubblici?
Ritengo che il passo più importante da fare sia quello di trovare una soluzione concreta per aumentare il numero degli impianti di riciclo. Da anni ne denunciamo una notevole carenza e anche all’interno delle misure del Pnrr purtroppo non sono state trovate collocazioni adeguate. Se non si corre subito ai ripari, con l’investimento di risorse e con lo snellimento delle procedure autorizzative, ci ritroveremo ben presto nella condizione che, in parte, già viviamo, di acquistare materiale rigenerato dall’estero, con il rischio di prodotti più costosi e tecnicamente non performanti.

Incentivare una concorrenza tra operatori pensa possa accelerare alcuni processi o il contrario?
Più che la concorrenza, si dovrebbe lavorare per favorire un lavoro di rete in grado di armonizzare relazioni ed energie per la costruzione di una vera economia circolare. Non siamo in una gara di Formula Uno, in cui si deve gareggiare per arrivare primi. Se nel mondo del riciclo si riuscisse a superare la mera rivalità lasciando spazio a un disegno comune tra imprese, si potrebbero aumentare le prestazioni del settore che, oggi, purtroppo non vive un momento facile. È ovvio che ci troviamo dinanzi a un mercato libero, ma le regole dovrebbero andare comunque nella direzione di una risposta collettiva che consenta a ogni impresa, tutelando la propria mission, di contribuire a una transizione ecologica concreta e lontana da slogan e annunci.

Come PolieCo state avviando nuove sperimentazioni su materiali alternativi, perché la plastica non è sempre e solo dannosa, è così?
Crediamo fermamente nella ricerca e nell’innovazione e abbiamo attivi diversi progetti e collaborazioni con il mondo accademico e il Cnr. Ad esempio, è in corso una sinergia con l’Università di Bari, che punta ad approfondire gli aspetti relativi all’uso di materiali alternativi come le bioplastiche nel settore dell’agricoltura.  Il nostro consorzio è a favore dell’applicazione di materiali che offrano soluzioni facilmente applicabili, economicamente sostenibili e utili sotto il profilo ambientale, ma da sempre sosteniamo che l’indiscriminata demonizzazione della plastica non deve pregiudicare una maggiore conoscenza delle caratteristiche e dell’impatto che materiali diversi possono avere sull’ambiente. Agire senza alcun tipo di pregiudizio e nell’ottica di cercare e promuovere sempre soluzioni che salvaguardino l’ambiente è la nostra regola. La nostra attenzione, negli ultimi anni, si è poi concentrata molto anche sulle misure di riduzione della produzione dei rifiuti. Un esempio, è il lavoro che stiamo portando avanti per agevolare la sostituzione delle cassette di polistirolo del pesce con cassette in polietilene riutilizzabili.

“Malati d’ambiente” sarà il titolo della XV edizione del “Forum internazionale sull’economia dei rifiuti” 2023 da voi promosso, come mai questo titolo?
Il titolo sta a sottolineare la spasmodica ricerca di un approccio green sia da parte dei cittadini che delle istituzioni. Oggi tutti sono appassionati d’ambiente, ma al Forum ci interrogheremo insieme su quanto ancora sia lunga la strada verso una vera economia circolare. Proveremo a capire le difficoltà delle imprese, gli ostacoli normativi, le mancanze strutturali e poi parleremo di impatto della gestione illecita dei rifiuti sulla salute umana. Anche questa volta sarà un’occasione per fare il punto sulle frontiere della ricerca, con la presentazione di prodotti ecocompatibili e sulla necessità di mettere ordine nella giungla delle certificazioni ambientali, che spesso non garantiscono una vera tracciabilità del rifiuto e del rigenerato.

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