venerdì, 3 Maggio, 2024
Società

Droghe. A Roma, metamfetamina. A Pescara, cocaina. A Bologna, cannabis

Milioni di dosi ogni giorno

Le città italiane si specializzano nel consumo di droghe. Nuoro e Bologna, ad esempio, per il consumo di cannabis. Pescara, Montichiari e Venezia per la cocaina. Roma è la capitale della metamfetamina. Cagliari e Firenze lo sono per la ketamina. Lo rivela l’ultima indagine dell’Istituto Mario Negri sulle acque reflue, svolto nel biennio 2020-2022. Le sostanze più consumate si confermano la cannabis e i suoi derivati, con un consumo medio nazionale di 51 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti (circa 3 milioni di dosi ogni giorno), seguite da cocaina (circa 11 dosi) ed eroina(circa 3 dosi). Consumi inferiori sono stati rilevati invece per metamfetamina, ecstasy e amfetamina che sono risultati pari o inferiori alle 0,1 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti.
Per la cannabis si sono rilevati consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste e consumi pari a 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti a Belluno. Per il consumo di cocaina, si osservano i valori più elevati, maggiori di 20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, a Pescara, Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna, Merano, mentre i consumi più bassi, compresi tra 1 e 4 dosi al giorno per 1.000 abitanti, si rilevano a Belluno e Palermo. Roma si conferma invece la “capitale” della metamfetamina, coi consumi medi più elevati d’Italia. Quanto all’ecstasy (Mdma), dopo il calo del 2020 si è osservato un aumento nell’autunno del 2021, secondo gli esperti “probabilmente in concomitanza con la riapertura delle discoteche dopo lo stop per la pandemia Covid”. Si sono rilevati consumi medi di ketamina al di sopra della media nazionale in alcuni capoluoghi di regione: Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia. Nel periodo di studio è emerso inoltre un aumento del consumo di ketamina in alcune città quali Milano (da 6 a 14 mg al giorno ogni 1.000 abitanti), Bologna (da 12 a 22) e Firenze (da 8 a 18).

L’indagine “Acque reflue”

“In Italia”, rivela l’indagine, “si consumano grandi quantità di droga e i dati raccolti restituiscono un quadro preoccupante.” Spicca anche il consumo di “nuove sostanze psicoattive” (Nps), segnalato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga che collabora con l’Istituto Mario Negri al progetto di controllo dell’uso di droghe denominato “Acque reflue”: rilevamento nazionale su 33 centri urbani equamente distribuiti in 20 regioni italiane. “E’ una metodica”, spiega Sara Castiglioni, dell’Istituto Negri, “che analizza i residui metabolici (i prodotti di scarto umani) delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori, per stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione.”

Aumenta consumo tra i giovani

Il consumo di droghe appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. In particolare, preoccupante è l’incremento nella fascia giovanile rispetto ai dati riferiti al 2021 (aumento dei consumi dal 18,7% al 27,9%) con un aumento rilevante soprattutto per cannabinoidi sintetici e Nps. Sostanze queste di “nuova generazione” che hanno come fonte principale di acquisto il mercato del web. Ulteriore dato che colpisce è l’uso di psicofarmaci (Spm) riportato nella fascia 15-19 anni al 10,8% (nel 2021 era di 6,6%).

Un “mare” di cocaina

La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, con un flusso di sostanza proveniente in prevalenza via mare dai Paesi di produzione sudamericani. Negli ultimi quattro anni i quantitativi intercettati nel nostro Paese sono passati da circa 3 tonnellate e mezzo (2018) a oltre 26 tonnellate di sostanza sequestrata, il 77% delle quali presso le aree doganali marittime. A fronte di una maggiore diffusione nel territorio non è cambiata nel tempo la concentrazione media (70%) di principio attivo rilevata nei campioni di sostanza analizzati. Stabili anche il costo medio al chilogrammo a livello del narcotraffico (38.300 euro) e il prezzo sul mercato della strada, dove un grammo di sostanza costa in media 83 euro. La spesa per il consumo stimata nel 2022 rappresenta poco meno di un terzo della spesa generale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti e si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. Tornano a crescere anche i consumi fra i giovanissimi (15-19enni): nel 2022 circa 44.000 studenti (ossia il 2% della popolazione studentesca) ne riferiscono l’utilizzo. Sono mezzo milione le persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1%) che ne hanno fatto uso nel corso dello stesso anno rendendo evidente che la cocaina resta una delle sostanze stupefacenti più diffuse nel Paese, dato confermato anche dalle analisi delle acque reflue. La penetrazione nei territori è confermata anche dall’incremento nell’ultimo decennio delle segnalazioni per possesso di sostanza per uso personale (Art.75 DPR n.309/1990), che rappresentano il 18% del totale delle segnalazioni avvenute nel 2022 e che vedono protagonisti soprattutto i consumatori con almeno 30 anni di età. A fronte di un generale decremento delle denunce per traffico e detenzione (Art.73 DPR n.309/1990) e quelle per associazione finalizzata al traffico illecito (Art.74 DPR n.309/1990), crescono in percentuale quelle associate a reati penali cocaina/crack-correlati.

Sempre più “nuove sostanze”

Da anni il Sistema Nazionale di Allerta Precoce (Snap) rende possibile un aggiornamento costante sull’uso di sostanze: nel 2022 sono state rilevate 76 “nuove sostanze psicoattive”, appartenenti prevalentemente alla classe dei cannabinoidi sintetici e dei catinoni sintetici, 29 delle quali circolanti per la prima volta nel nostro Paese. L’identificazione è avvenuta quasi sempre a seguito di sequestro. Inoltre, 48 sostanze stupefacenti e 2 piante sono state inserite all’interno delle Tabelle ministeriali contenenti le sostanze stupefacenti e psicotrope. Nella popolazione generale le “nuove sostanze” hanno una diffusione contenuta, ma in crescita se comparata alla rilevazione precedente. Nel 2022 sono circa 300.000 le persone che riferiscono di averne fatto uso, la loro diffusione e versatilità è confermata anche dalla presenza nelle analisi delle acque reflue che identificano la presenza varie tipologie di catinoni sintetici, di triptamine, di aricicloesamine, di ketamine e di fetanili.

Studentesse: uso più dei coetanei

Negli ultimi anni si sta assistendo a un importante cambiamento dei modelli di consumo fra gli studenti. Il dato più rilevante è quello osservato fra le studentesse di 15 e 16 anni che presentano prevalenze di consumo uguali o superiori ai coetanei per quanto riguarda l’uso di cannabinoidi, nuove sostanze psicoattive (Nps), cocaina e oppiacei. Il 2022 ha fatto inoltre registrare il sorpasso dei consumi femminili su quelli maschili per quanto riguarda l’utilizzo di tabacco e gli eccessi alcolici, dato che si va a sommare al consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica. Anche nella popolazione adulta si osservano prevalenze in crescita nel genere femminile. Il dato relativo ai consumi di eroina e oppiacei descrive un quadro completamente nuovo dove è la popolazione adulta femminile a riferire un utilizzo maggiore, dato che potrebbe essere da imputare al consumo di farmaci a base oppiacea.

Psicosi indotte da droghe

A conferma della precocità femminile nell’approccio alle sostanze anche gli accessi al Pronto Soccorso droga-correlati che, pur essendo in numeri assoluti quasi la metà di quelli maschili, vedono maggiormente coinvolte sia le giovani under 17, che presentano il 13% degli accessi contro il 7% nella stessa fascia di età fra i ragazzi, sia le over 75, con quasi il 13% degli accessi droga-correlati, contro il 4% dei coetanei. Accessi per il 65% dei casi legati a “psicosi indotte da droghe”, il dato maschile della medesima diagnosi è pari al 44%. Si attesta a 41 anni l’età media femminile per i ricoveri direttamente droga-correlati (età media maschile 38), con un incremento negli ultimi 5 anni dei ricoveri correlati al consumo di cocaina (2017=12%; 2021=18%) e di cannabinoidi (2017=2,6%; 2021=4,5%). Ricoveri nel 31,2% con diagnosi secondarie correlate a “malattie del sistema nervoso”, il dato maschile nella stessa diagnosi è pari al 4,2.

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