sabato, 27 Aprile, 2024
Energia

Gas, tornano le trivelle in Adriatico. Pichetto Fratin: decreto a settembre

Stime Nomisma: giacimenti per 200 miliardi di metri cubi

Sull’energia è iniziato il conto alla rovescia per la produzione e riattivazione dei pozzi dell’Adriatico. Il gas estratto dai giacimenti sotto marini servirà ad arginare l’import e calmierare il prezzo delle bollette per famiglie e imprese che rischiano di dover subire un nuovo drastico aumento dei costi. Il problema di essere esposti all’altalena dei prezzi che tornano in risalita è inoltre quello di mandare in fumo piani e bilanci del Governo. Se comunque i prodotti energetici sono al rialzo, ad iniziare dalla benzina, si assiste ad un paradosso con cui l’economia italiana da sempre convive. Le difficoltà non frenano l’export che sale con punte da record, come il balzo dell’agroalimentare che segna un più 8,6% nei primi sei mesi del 2023 sfiorando i 32 miliardi di euro in valore.

Trivelle in Adriatico

L’annuncio dell’estrazione del gas in Adriatico – attraverso un decreto legge che il Governo proporrà a settembre – è del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “I primi giorni di settembre, presento un decreto energia dove all’interno ci metterò tutta una serie di interventi vari che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po’ il quadro energia”, puntualizza il Ministro, “Significa correggere una serie di cose”. Tra le cose da attualizzare e superare ci sono le critiche delle Associazioni ambientaliste che non vogliono trivelle nei mari italiani. Pichetto Fratin sfodera determinazione e parla della: “opportunità di utilizzare anche i giacimenti di gas dei nostri territori. Perché altrimenti corriamo il rischio in alcune realtà, in Adriatico, che peschino solo altri Paesi”.

Gas, quanto ne consumiamo

Il tema energia collegata all’inflazione è tornata a imporsi nella agenda di Governo e, soprattutto, nei bilanci di famiglie e imprese. La imminente prospettiva di puntare sulle risorse nazionali seppure non permetterà l’autonomia riuscirà comunque a ridurre i prezzi finali che sono quelli che più interessano i consumatori. Una puntuale valutazione con cifre e stime arriva da Davide Tabarelli, presidente e fondatore, dal 2006, di NE-Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, che fa osserva: “Nel 2023 si stima un consumo fra usi privati e industriali di 65miliardi di metri cubi di gas. Ne produciamo solo 3 miliardi, il quantitativo più basso dal 1954 ad oggi”. Tabarelli  sottolinea  un dato sensibile per le attività manifatturiere nazionali, un settore dove l’Italia ha un primato europeo, il solo consumo industriale “assorbe 16 miliardi di metri cubi”.

Giacimenti, quanto frutteranno?

L’Adriatico può essere la svolta produttiva attesa. Il presidente di Nomisma Energia, indica una stima. “Facendo una valutazione prudente 70 miliardi di metri cubi, ma sfruttando le nuove tecnologie alcuni esperti azzardano la cifra di 200 miliardi”. L’introito economico previsto dalla produzione di gas nazionale, Davide Tabarelli, lo spiega in una intervista al Gazzettino. “Almeno 3 miliardi di euro”, che, osserva, “ora lasciamo sottoterra. È un delitto economico non sfruttare i giacimenti del Mar Adriatico, da cui oggi attinge la Croazia mentre noi stiamo a guardare. Al largo di Chioggia”, rivela Tabarelli, “c’è una riserva vergine che contiene oltre 40 miliardi di metri cubi”.

Export record, malgrado inflazione e guerra

Mentre le stime sull’energia , i costi e i consumi vengono affinati, sul versante economico relativo all’export le cose non vanno male. Nonostante guerra in Ucraina. inflazione alta, e benzina in rialzo, la Coldiretti segnala un fatto positivo. L’analisi della Confederazione sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi a giugno 2023 evidenziano un balzo per l’alimentare che a metà dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, cresce del doppio. Il balzo dell’export è stato del’8,6% che nei primi sei mesi del 2023 sfiora i 32 miliardi di euro in valore. Tra i principali Paesi, la crescita più netta per il Made in Italy a tavola si segnala in Francia con un aumento del 15,5% delle esportazioni alimentari, davanti a Gran Bretagna (+12,6%) e Germania (+11,6%) che resta comunque il principale mercato di sbocco, secondo Coldiretti. Ma il cibo tricolore va forte anche nella Russia di Putin, in aumento del 10,5%, e in Cina (+3,2%).

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