giovedì, 2 Maggio, 2024
Società

Fake news. Il 76,5% non se ne accorge. Per Il 30% le bufale non esistono

Le fake news, sempre più sofisticate e difficili da scoprire, continuano a essere un problema non di poco conto per il mondo dell’informazione. A maggior ragione se si pensa che il 76,5% degli italiani (soprattutto anziani e i meno scolarizzati) non riesce a distinguere le ‘false notizie’ da quelle vere. Dal Rapporto Ital Communications-Censis ‘Disinformazione e fake news in Italia.
Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale’ presentato ieri in Senato, è emerso come sia aumentata la consapevolezza degli effetti deleteri della disinformazione, che può essere frenata da professionisti della comunicazione considerati come fonti autorevoli e garanti dell’affidabilità e della qualità delle notizie. L’analisi dice anche che il 20,2% dei cittadini crede di non avere le competenze per riconoscere le fake news. Occhio, però, perché bisogna anche fare i conti con i negazionisti delle cosiddette ‘bufale’, definite dal 29,7% della popolazione come comunicazioni vere che vengono però intenzionalmente censurate dai palinsesti ufficiali che le fanno passare come ingannatrici.

Troppo allarmismo sul cambiamento climatico

Uno degli argomenti più in auge in questo periodo riguarda il cambiamento climatico. Ebbene, secondo il 34,7% degli italiani c’è un allarmismo eccessivo per esempio sul riscaldamento globale: ci sarebbero troppe notizie di ‘catastrofismo’. In tutto questo bailamme, c’è anche parte della popolazione (il 16,2%) che nega proprio il cambiamento climatico. “Serve una regolamentazione più stringente per ostacolare e impedire il proliferare delle fake news”, il parere del Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri.

Il tema dell’intelligenza artificiale

In tutto questo contesto, bisogna considerare anche l’avvento dell’intelligenza artificiale che di certo rischia di confondere ancora di più le acque. La pensa così il 75,1% della popolazione. Un tema, quello dell’Ai, molto discusso ieri nell’ambito del Rapporto. Nel corso del suo intervento il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini ha ricordato di come l’intelligenza artificiale sia già classificata in ambito europeo ad alto rischio per l’informazione e per questo motivo “occorre un filtro che permetta di riconoscere sùbito un contenuto creato dall’uomo rispetto” rispetto a un articolo creato dal computer”. Chiede aiuto al legislatore per mettere a punto le regole il Presidente della commissione Cultura del Senato Roberto Marti. Per il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede Paolo Ruffini “occorre essere consapevoli del fatto che la verità nella comunicazione è qualcosa che bisogna conquistare e garantire”.

Agli italiani piace informarsi

Per concludere, quello delle fake news è un problema cui va trovata una risposta, anche perché dall’analisi è stato spiegato che pandemia e vita digitale hanno spinto in avanti la domanda di informazione degli italiani. Oggi 47 milioni di italiani, il 93,3% del totale, si informa abitualmente su almeno una delle fonti disponibili, l’83,5% sul web e il 74,1% sui media tradizionali. Sul versante opposto, sono circa 3 milioni e 300 mila, pari al 6,7% del totale, gli individui che hanno rinunciato ad avere un’informazione puntuale su quello che accade, mentre 700.000 italiani non si informano affatto.
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