Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha commentato la decisione resa nota in queste ore di sospendere l’accordo tra Ucraina, Russia e Turchia sul grano. “Lo stop all’accordo sul grano rischia di provocare un doppio effetto negativo. Da un lato rischiamo di assistere a una carenza di un prodotto assolutamente essenziale per i Paesi del Nordafrica che dipendono direttamente da queste importazioni, anche fino al 100% del loro fabbisogno, e legano all’approvvigionamento agroalimentare la stabilità geopolitica della loro popolazione. Dall’altro lato il grano e i cereali non più riversati su quei mercati rischiano di essere reindirizzati sul mercato comunitario, e quindi in Italia, provocando un ulteriore danno al grano Made in Italy, già penalizzato da costi di produzione molto elevati, che dipendono anche dalla recente siccità, e a cui viene riconosciuto un prezzo assolutamente inadeguato a coprire tali costi di produzione”. Le quotazioni del grano tenero, infatti, sono crollate del 30% nell’ultimo anno, su valori che sono scesi ad appena 26 centesimi al chilo. E conclude l’amministratore delegato: “È pertanto necessario che venga fatto ogni sforzo da parte dell’Unione Europea affinché i regolari flussi di grano dall’Ucraina al Nord Africa riprendano”.