Per quanto riguarda le infezioni da coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità fa sapere che “Le misure adottate per le popolazioni scolastiche sono quelle necessarie a tutelare la salute della popolazione. Ciò anche in considerazione della forte capacità e preparazione dei professionisti dei dipartimenti di prevenzione e di tutto il nostro SSN”.
“Al momento – sottolinea l’ISS – l’Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate per il controllo della diffusione dell’infezione nell’intera popolazione e altri paesi europei non hanno adottato misure specifiche per la popolazione scolastica. L’OMS sottolinea nei propri report quotidiani come sulla base delle conoscenze ad oggi acquisite l’infezione asintomatica sembra rara e che il rischio di trasmissione attraverso persone asintomatiche è molto raro negli altri coronavirus. La principale via di trasmissione sono persone sintomatiche attraverso tosse e starnuti”.
L’ECDC rende noto nei suoi report quotidiani che per il controllo della diffusione delle infezioni da coronavirus è fondamentale la tempestiva individuazione dei casi e la corretta gestione dei contatti.
In Italia i casi confermati sono stati prontamente individuati e gestiti secondo le raccomandazioni internazionali e tutto il SSN gestisce prontamente i sospetti.
Tutte le persone che rientrano dalla Cina se manifestano sintomi delle alte vie respiratorie o se sono state in contatto con portatore di coronavirus negli ultimi 14 giorni sono soggette a controllo sanitario così come i loro contatti.
“Infine – conclude la nota stampa dell’ISS – giova ricordare che la situazione è in evoluzione, è continuamente monitorata e in caso di nuovi elementi il sistema è pronto ad adottare immediatamente gli ulteriori provvedimenti che si rendessero necessari”.
“I provvedimenti presi dal governo italiano in anticipo rispetto agli altri paesi Europei diminuiscono certamente la probabilità di arrivo di pazienti infetti, il che naturalmente non vuol dire che si possa escludere questa evenienza, anche perché il traffico dei passeggeri verso l’Europa non sarà mai del tutto bloccato”, spiega Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss.
“Quindi in questa fase si deve ragionare in termini probabilistici, ed è errato fare riferimento ad un ipotetico ‘rischio zero’. Certamente la diminuzione del volume di passeggeri in arrivo da zone a rischio riduce la probabilità di introduzione dell’infezione attualmente, ma ciò non vuol dire che il peggio sia passato in quanto bisogna tenere altissima l’attenzione finché i focolai cinesi particolarmente attivi non saranno posti sotto controllo”, prosegue.
“Per quanto riguarda il paragone con l’influenza – spiega Rezza -, questo è semplicemente dovuto al fatto che non essendoci attualmente circolazione del nuovo coronavirus in Italia la stragrande maggioranza delle febbri rilevate in questo momento sono attribuibili al virus influenzale, ma non vuol dire automaticamente che la minaccia posta dal nuovo coronavirus debba essere posta sullo stesso piano, essendo la pressoché totalità della popolazione suscettibile a un virus totalmente nuovo. Com’è buona norma in questi casi si ritiene di dover esprimere estrema cautela sulle valutazioni in merito a un fenomeno nuovo”. (Italpress)