martedì, 30 Aprile, 2024
Economia

Imprese: figura del manager fondamentale per il salto di qualità del Paese

In occasione della centesima assemblea nazionale di Manageritalia, 1.600 tra manager e dirigenti italiani si sono confrontati su varie tematiche, tra cui la crescita del Paese, la valorizzazione della managerialità, le azioni per sostenere lo sviluppo del terziario e dei servizi e le leve fiscali per favorire la crescita economica e lo sviluppo d’impresa. Per i manager italiani si tratta di 78 anni di storia che “raccontano l’impegno e la passione di migliaia di persone, di tre generazioni che hanno contribuito a far crescere l’Italia. Persone attive nel lavoro, nell’economia, nella società, nella cultura, costruttori di un sistema di welfare di assoluta eccellenza, contribuenti fedeli”, afferma il presidente Mario Mantovani. Aprendo la sua relazione ha ricordato Silvio Berlusconi scomparso ieri all’età di 86 anni: “Un uomo che ha fatto grande il nostro Paese e partecipato agli ultimi 30 anni di vita. Silvio Berlusconi ha fondato una azienda in cui tanti manager lavorano e hanno lavorato, è stato parte della crescita di questo Paese e della sua grandezza, sia nelle situazioni positive che negative.   Per Mantovani la giornata di oggi vuole essere “una pietra miliare per ripartire con una visione del Paese condivisa che passi dall’ottica low cost a quella della qualità. Qualità intesa come competenze e valorizzazione dei nostri punti di forza, nonché risoluzione di atavici ritardi che incidono su lentezza e scarsa capacità di innovare del Paese a livello economico e sociale. I manager, benché ancora troppo pochi in un’economia a trazione familiare e nel terziario, che pesa il 73% del Pil pur misconosciuto nelle politiche di sviluppo, devono costituire un elemento decisivo e fondamentale per fare il salto di qualità necessario per il sistema Paese e per vivere da protagonisti le sfide principali della transizione ambientale e dell’innovazione tecnologica”. Il terziario rappresenta quasi tre quarti del Pil, con circa il 73% del Pil prodotto in Italia (63% il terziario di marcato), nei paesi dell’Eurozona. Un’occasione unica per affermare il ruolo preminente del terziario affinché il comparto abbia finalmente il giusto riconoscimento nelle policy e nelle azioni di Governo nonché nella valorizzazione del ruolo internazionale dell’Italia, rivalutando il ruolo strategico della figura del manager e della sua competenza quale risorsa essenziale e strategica per la crescita delle imprese, della società e dell’intero sistema Paese.   “La carenza di competenze è oggi la grande crisi nazionale e senza interventi decisi condurrà a un declino inevitabile. Dobbiamo far cessare lo spreco di talenti provocato da tassi di abbandono scolastico inaccettabili, da una distanza culturale mai colmata tra scuola e lavoro, dalle lacune dell’orientamento allo studio e anche dalle aspettative delle aziende che vorrebbero ‘lavoratori pronti all’uso’ appena usciti dalle Università o dalle Scuole Superiori. Spreco di talenti femminili, con un tasso di occupazione delle donne ancora penalizzato dalla carenza di servizi sociali per i bambini e per gli anziani. Spreco di talenti maturi, con la promessa di pensionamenti anticipati. Spreco di giovani competenti e capaci, di tecnici, di futuri manager, per le poche e lente opportunità di crescita nella Pubblica Amministrazione e in molte imprese. Delle prossime generazioni, numericamente ridotte, non possiamo perdere nemmeno una persona. Per guidare le molte e contemporanee transizioni servono guide responsabili, ciascuno nel suo ruolo e ambito. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, come singoli e come parte sociale”, aggiunge Mantovani.

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