giovedì, 18 Aprile, 2024
Politica

Pnrr. Fitto rassicura: terza rata ok. Gentiloni: modifiche entro giugno

Le opposizioni al Governo: basta pasticci

Per l’Italia del Piano nazionale di ripresa, le raccomandazioni a fare bene e in fretta non sono mai troppe. Ieri per il ministro Fitto e per il Governo l’accelerazione sullo stato dell’arte dei progetti Pnrr si è risolta con una corsa tutta in salita e, alcuni chiarimenti, positivi come il superamento dei ritardi sulla terza rata – in fase di negoziazione per 19 miliardi – che per il ministro sono risolti. Chiuso un capitolo si aprono, invece, i problemi sui progetti della quarta rata con i progetti da presentare entro fine giugno. L’Italia è in ritardo. Da Bruxelles il commissario all’economia Paolo Gentiloni è comprensivo, osserva che le modifiche del Pnrr avanzate dall’esecutivo del premier Giorgia Meloni, sono “più che legittime”, ma avverte, devono essere inviate entro fine giugno. Il Governo resta nel mirino, i termini usati sono “giro di vite”, mancata “fotografia della situazione”, o come sollecita l’Unione di passare rapidamente dall’istruttoria sulle ipotesi “alle proposte concrete”. Un percorso arduo che vede l’esecutivo incerto sul da farsi. Gentiloni commenta: “Non credo che dobbiamo guardare alle scadenze formali ma alla realtà”, spiega il commissario Ue, “E la realtà ci dice che l’Italia, secondo i piani fin qui concordati, dovrebbe richiedere una quarta erogazione nel mese di giugno e una quinta nel mese di dicembre. È chiaro che per mantenere questo ritmo, bisogna che la discussione sulle più che legittime richieste di modifica avvenga il prima possibile, perché è difficile farla dopo giugno, se si vuole mantenere il ritmo delle erogazioni fin qui stabilite”.

Terza rata fondi in arrivo

Il percorso si era incagliato sulle concessioni portuali, ma il Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, ha presentato le nuove linee guida che dovrebbero soddisfare Bruxelles che chiedeva chiarimenti sui beneficiari delle concessioni. Che al pari dei balneari dovranno ora partecipare a bandi e gare. Il dossier quarta rata appare invece spinoso il raggiungimento degli obiettivi del Piano al 30 giugno 2023, sono difficili da cogliere. La somma dei problemi è vistosa. In primo luogo la bocciatura dei progetti sugli stadi di Firenze e la cittadella dello sport per Venezia. Poi l’enorme mole dei progetti che sono da riscrivere mentre il tempo stringe al punto di essere sulla soglia della scadenza.

Riscritture e progetti

La data limite è il 31 agosto, poco tempo per la definizione completa del Piano. Il Governo rischia di inviare per quella data a Bruxelles più che i progetti una richiesta di trattativa per le modifiche da apportare al Pnrr. Una situazione delicata che spalanca le porte all’incertezza. Si osserva che i tempi tecnici dei negoziati – come insegna lo stallo sulla terza rata – si protrarrebbero in modo indefinito, perché non si tratta di mettere a punto un solo aspetto, ma l’intero programma del Pnrr. Per fare alcuni esempi all’appello mancano oltre 90 obiettivi da centrare per il 2023; in termini di risorse da assegnare di tratta di oltre 34 miliardi. I ritardi si accumulano. Alla tabella di marcia, ad esempio, mancano per fine giugno il completamento di 27 obiettivi tra milestone e target, – ossia il cuore dei progetti, intesi come traguardi qualitativi che individuano le fasi dell’attuazione delle misure messe in campo -. Inoltre i progetti appaiono fortemente indietro e problematici come le realizzazioni di stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale e alle colonnine per la ricarica elettrica delle auto. Entro i prossimi sei mesi inoltre arriveranno a scadenza altri 70 progetti. Tra questi il problema dei problemi, ossia dare efficienza all’intera macchina della Pubblica amministrazione, con il taglio dei tempi di pagamento, la riduzione della distanza tra la pubblicazione del bando e l’aggiudicazione del contratto negli appalti. Poi il colossale impegno per l’aggiudicazione di tutti i lavori pubblici dal rinnovo del parco autobus nel trasporto pubblico regionale, alle piste ciclabili, metropolitane, filovie, funicolari nelle città e metropolitane.

Le richieste di Bruxelles

Tutto questo mentre l’Unione incalza chiedendo garanzie per “una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione continua, rapida e costante del Piano per la ripresa e la resilienza”. I Commissari Ue sollecitano di “completare rapidamente il capitolo RePowerEe al fine di avviarne rapidamente l’attuazione”, e come se non bastasse di “procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione”.

Le risposte al Question time

Ieri il ministro ministro per gli Affari Europei, il Sud, al Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto nel corso della sua risposta al Question time alla Camera, ha spiegato gli impegni del Governo facendo il punto della situazione, diradando alcune critiche e polemiche. “Tutti gli atti e provvedimenti anche di tipo normativo necessari al conseguimento della terza rata” legati alle milestone e ai target previsti dal Pnrr per il 31 dicembre 2022 “sono già stati adottati”. Sui 19 miliardi in pagamento per la terza rata il ministro ha precisato. “Il pagamento della terza rata non è in alcun modo collegato alla realizzazione agli investimenti relative alle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico” previsti dalla misura 2.1 del Pnrr per un valore di 2,49 miliardi di euro”, ha sottolineato Fitto replicando a un’interrogazione del M5S.

Progetti rimodulati

Il ministro ha spiegato come in merito alla tempistica per l’attuazione delle misure per contrastare il dissesto idrogeologico e tutelare il territorio, come il nuovo e recente decreto sul Pnrr approvato dal Parlamento, “ha rimodulato la tempistica”, introducendo “rilevanti semplificazioni di tipo procedurale ed amministrativo – contabile”. Per Fitto le semplificazioni favoriranno il recupero dei ritardi nel cronoprogramma procedurale “originato dai tempi di adozione e di pubblicazione del dpcm e di assicurare il rispetto del termine del 31 dicembre 2025 previsto dalla milestone”. “Nel corso di questi mesi, il Governo ha provveduto ad effettuare una verifica approfondita, di cui si darà conto nella relazione semestrale che verrà inviata al Parlamento la prossima settimana”, ha promesso Fitto, “in ordine all’effettiva possibilità di realizzare tutti gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa”.

No a soluzioni semplicistiche

Il ministro per il Pnrr ha poi sottolineato nel Question time come il Governo intenda procedere sul Piano nazionale di ripresa. “Si tratta di una verifica effettuata nella prospettiva di garantire, da un lato, un utilizzo efficace di tutte le risorse del Pnrr e, dall’altro, di individuare”, puntualizza Fitto, “in relazione a tutti gli investimenti le modalità di attuazione e le forme di finanziamento più adeguate rispetto all’obbiettivo della loro effettiva realizzazione, rifuggendo”, ha concluso il ministro, “da soluzioni semplicistiche che alla prova dei fatti risultano del tutto inattuabili in considerazione della necessità di completare gli investimenti finanziati con le risorse Pnrr entro il 30 giugno 2026″.

La critica delle opposizioni

Insoddisfatte le opposizioni che criticano le indecisioni del Governo sollecitando una operazione “verità”, sull’operato dei diversi ministeri, lo stato oggettivo dei progetti, e sui tempi di modifica del Pnrr. Il Pd ha chiesto che si voti un atto di indirizzo per fare chiarezza sulle scelte. “Il Governo la smetta di fare pasticci”, hanno attaccato Chiara Braga e Francesco Boccia, presidenti dei gruppi parlamentari del Pd. Le opposizioni ora attendono al varco il Governo che ieri con Fitto ha annunciato che “la relazione semestrale sullo stato del Pnrr sarà inviata al Parlamento la prossima settimana”.

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