giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

Sangalli (Confcommercio): trasporti e infrastrutture carenti, l’Italia subisce un pesante deficit competitivo

I troppi colli di bottiglia infrastrutturali che frenano e bloccano l’economia, le attività delle imprese e riducono di molto il potenziare di sviluppo del Paese. Lo ripete con forza il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli. “La nostra economia è gravata da deficit competitivi di lungo corso: in particolare, inefficienze e carenze infrastrutturali penalizzano il settore dei trasporti e limitano l’accessibilità territoriale. Pesano fortemente, inoltre, le criticità connesse all’attraversamento dei valichi alpini”.

Brennero, caso Nazionale

Il leader del Confcommercio, osserva con disappunto. “Basta pensare al ‘caso’ del Brennero. Attraverso questo valico, transitano annualmente merci per circa 160 miliardi di euro: un terzo circa di tutto l’interscambio commerciale del nostro Paese che passa attraverso i valichi alpini. Sull’asse strategico del Brennero, l’Austria ha da tempo adottato unilateralmente dei pesanti divieti di circolazione. Divieti che limitano il principio della libera circolazione europea”, fa presente Carlo Sangalli al Gazzettino, “e generano effetti distorsivi sul mercato, colpendo potenzialmente, in particolare, novecentomila Tir di ultima generazione: quelli meno inquinanti”.

Valichi, ore e milioni persi

“Quanto alle conseguenze economiche”, calcola il leader della Confcommercio, “una sola ora di ritardo nell’attraversamento del Brennero causa – secondo uno studio Isfort – maggiori costi a carico del nostro sistema economico per oltre 370 milioni di euro su base annua”. “Un dato allarmante”, evidenzia Sangalli, “che il nostro Paese non può certo permettersi. Tanto più oggi: cioè, in uno scenario economico fragile con consumi stagnanti, con un’inflazione ancora elevata nonostante i primi segnali di rientro, e con una prospettiva di rallentamento della crescita nella prima parte dell’anno”.

Turismo, il Nord-Est soffre

Un quadro che, per l’economia veneta, appare anche più complesso. “Dopo un lungo periodo di crescita, la regione ha infatti subito in misura assai pesante la crisi del 2020, registrando un calo del Pil del 9,9 per cento e dei consumi de112,3 per cento”, calcola il numero uno della Confcommercio, “in entrambi i casi, valori più elevati sia della media nazionale che del complesso delle regioni del Nord-Est e sui quali ha certamente influito anche il deciso calo del turismo che incide significativamente sull’andamento dell’economia regionale”.

Il Veneto un anno in crescita

Per il 2023, osserva il presidente di Confcommercio, “le nostre previsioni di crescita per il Veneto sono, tuttavia, moderatamente “ottimistiche”: l’economia veneta dovrebbe, infatti, crescere nella misura dell’1 per cento a fronte di un dato medio italiano dello 0,7 per cento. Insomma, anche il Veneto rallenterebbe, ma in maniera meno accentuata rispetto alla media del nostro Paese”. “Ed è un rallentamento che ci preoccupa”, annota Sangalli, “perché la condizione dell’Italia è, tra l’altro, ancora fortemente esposta alle ripercussioni della prosecuzione della guerra in Ucraina ed ai rischi complessivi della geopolitica. Veniamo, però, da un biennio 2021-2022 in cui la nostra economia ha conseguito risultati davvero importanti ed anche inattesi”.

L’economia italiana tiene

Risultati che sono andati oltre le caratteristiche del “rimbalzo” post-pandemico e che evidenziano per Carlo Sangalli, la dinamicità “messa in campo dalla manifattura, dai servizi e dal turismo italiani, accompagnati dalle scelte pubbliche di sostegno di famiglie ed imprese”. “Insomma, abbiamo buoni “fondamentali” per reggere gli sviluppi della fase inflazionistica e per rimettere in moto, nel secondo semestre dell’anno”, prevede la Confcommercio, “un nuovo processo di crescita. Inoltre, nel 2026, il Veneto sarà un protagonista centrale delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. Un’opportunità straordinaria per rilanciare nel mondo non solo i territori direttamente coinvolti nel grande evento ma tutto il nostro Paese”.

Buone riforme e investimenti

A livello generale la “formula” per rafforzare la crescita economica è nota: “più produttività attraverso buone riforme e buoni investimenti – entro ed oltre il perimetro del Piano nazionale di ripresa – che consentano di superare gli svantaggi competitivi e i deficit strutturali di lungo corso che gravano sulle imprese – anche a causa della ‘questione’ dei valichi alpini – mettendole così in condizione di costruire più crescita, occupazione e sviluppo”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Economia in difficoltà. Bella (Confcommercio): l’incertezza frena la ripresa. L’inflazione salirà, in autunno forse la svolta

Marco Santarelli

La riforma costituzionale poi la legge elettorale e le fratture da evitare

Giuseppe Mazzei

Garavaglia-Pedini Amati lanciano progetto recupero treno bianco azzurro

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.