venerdì, 26 Aprile, 2024
Ambiente

Utilitalia: nuove proposte per contrastare la siccità

In occasione della prima riunione del tavolo interministeriale per l’emergenza siccità Utilitalia, la Federazione delle imprese dei servizi pubblici le cui associate forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione italiana, ha avanzato nuove proposte per far fronte all’emergenza della siccità che sta colpendo già nella stagione invernale alcune aree del Paese.   La prima proposta prevede di promuovere un uso efficiente dell’acqua, incentivando ulteriormente la riduzione delle perdite e i comportamenti virtuosi: gli investimenti sono in costante aumento (+22% negli ultimi 5 anni) con un valore pro capite di 49 euro l’anno, che però è ancora lontano dalla media europea che è di circa 100 euro; al contempo, in Italia il consumo pro capite di acqua potabile si attesta in Italia sui 215 litri per abitante al giorno, rispetto ai 125 litri della media europea. La seconda punta alla realizzazione delle opere infrastrutturali strategiche, ovvero di grandi invasi ad uso plurimo, di invasi di piccole e medie dimensioni ad uso irriguo e di interconnessioni delle reti idriche per favorire l’adattamento e per garantire ad ogni territorio una pluralità di fonti, prevenendo le emergenze future.   La terza proposta si concentra sul riutilizzo efficiente delle acque depurate a fini agricoli o industriali: si tratta, ricorda la Federazione, di un potenziale enorme pari a 9 miliardi di metri cubi all’anno, che in Italia viene sfruttato solo per il 5% e che potrebbe essere impiegato in misura maggiore, laddove economicamente efficiente. Sarà inoltre necessario contrastare l’avanzata del cuneo salino attraverso l’aumento dei volumi delle falde. Lo scorso anno il cuneo salino è risalito di diverse decine di chilometri nel Po, nell’Adige, nel Piave e lungo il Livenza, e l’impinguamento della falda rappresenta una soluzione che contrasta l’immissione di acqua salata dal mare.   Il quinto punto si concentra sulla necessità di diversificare la strategia di approvvigionamento, con la produzione complementare di acqua potabile anche attraverso la dissalazione: in Italia le acque marine o salmastre rappresentano solo lo 0,1 % delle fonti di approvvigionamento idrico, contro il 3% della Grecia e il 7% della Spagna. Fondamentale è poi il rafforzamento del ruolo di pianificazione dei sette distretti idrografici, il cui ruolo è indispensabile nella governance interregionale della risorsa idrica, soprattutto nella gestione delle fasi particolarmente siccitose.

La settima proposta si concentra sul sostegno alla presenza di gestori industriali e al conseguente superamento delle gestioni in economia. In media, al Sud, oltre il 30% delle gestioni idriche è privo di un soggetto industriale, contro il 7,2% del Centro-Nord. A fronte di una media di investimenti annui di 49 euro per abitante, nelle gestioni comunali in economia gli investimenti crollano a 8 euro per abitante. Per le società del servizio idrico “sarà infine necessario semplificare le procedure per la realizzazione degli investimenti, estendendo le semplificazioni ai progetti connessi ai servizi pubblici locali a rete, dal momento che nel nostro Paese le procedure autorizzative occupano oltre il 40% del tempo necessario per la realizzazione di un’opera infrastrutturale”.

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