martedì, 30 Aprile, 2024
Società

Previdenza, l’8 febbraio in agenda giovani e donne

Contatti Meloni-Calderone

Pensioni, sicurezza sul lavoro, reddito di cittadinanza. Sono tre le priorità nell’agenda del ministro del lavoro e politiche sociali, Marina Elvira Calderone condivise con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un incontro tenuto a Palazzo Chigi. Un colloquio svolto lunedì scorso per definire “l’agenda di lavoro” per i prossimi mesi e soprattuto per l’imminente confronto tra Governo e parti sociali sul tema previdenza previsto per l’8 febbraio.

Confronto su giovani e donne

Sarà un appuntamento che vedrà le parti coinvolte ancora molto distanti sulle scelte e le risorse da investire nel capitolo previdenza. Riforma che da due anni è rimasta legata a provvedimenti tampone in attesa di una definizione globale. La proposta del ministro Calderone è quella di proseguire a tappe. A Cgil, Cisl e Uil e alle Associazioni di categoria presenterà l’istituzione di “un tavolo verticale” dedicato alle misure per giovani e donne. Due temi che hanno per i sindacati una priorità – c’è ad esempio correggere in modo migliorativo alcuni aspetti di Opzione Donna -, si proseguirà poi con incontri settimanali per arrivare alla definizione complessiva della riforma previdenziale.

Il Ministro punta al dialogo

Che i tempi sono da stringere lo ha riferito in audizione al Senato, anche la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, che ha annunciato come i tecnici del ministero già valutano possibili interventi su Opzione donna, il meccanismo che consente alle lavoratrici di andare in pensione anticipatamente con il sistema di calcolo contributivo. Il nodo rimane l’età pensionabile che è stata modificata in modo restrittivo con l’ultima legge di Bilancio. Secondo fonti sindacali le nuove norme impediranno a circa 20 mila lavoratrici di non accedere all’opportunità di Opzione Donna, che permette di anticipare la pensione a 58 o 59 anni con 35 anni di contributi. Le opposizioni e con loro Cgil, Cisl e Uil chiedono un allargamento delle opportunità. Per evitare che già l’8 febbraio si arrivi ad una contrapposizione la ministra Calderone ha sottolineato di aver, “preso atto delle sollecitazioni delle parti sociali. Tra i temi delicati vi è Opzione donna, sul quale stiamo facendo valutazioni, tenendo conto anche delle adesioni, per valutare in che modo intervenire. Alla prossima riunione del Tavolo per individuare un percorso e non ci faremo trovare impreparati”.

Le richieste dei sindacati

I leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri, pur con accenti diversi, hanno posto sul tavolo una riforma globale del sistema previdenziale. I capitoli sono numerosi e anche onerosi sotto il profilo dei costi. In sintesi il pacchetto di richieste prevede la flessibilità nell’accesso alla pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Il ridurre  i vincoli che nel sistema contributivo condizionano il diritto alla pensione a determinati importi minimi del trattamento (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale), penalizzando  i redditi più bassi. Il sostegno alle categorie più deboli come: disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi e usuranti, donne; a cui vanno garantite strutturalmente condizioni più favorevoli; c’è inoltre tra le richieste dei sindacati, l’ampliamento della platea dei lavori gravosi ed usuranti anche a coloro che svolgono attività lavorative con esposizione a materiale nocivo e a coloro che hanno  una malattia professionale riconosciuta dall’ Inail e  per chi è affetto da  malattie che determinano un’attesa di vita più bassa.

Le possibili intese

Come primo impegno la ministra Calderone spiega che c’è la volontà di ripristinare permanentemente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. Nel contempo il Governo si dice disponibile a migliorare la flessibilità in uscita, per le categorie come quelle dedite su lavori usuranti; mentre Opzione Donna, potrebbe vedere ulteriori modifiche rispetto a quelle ora in vigore. Per il capitolo giovani dovrebbe essere messo a punto “meccanismi di staffetta generazionale  per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro senza disperdere il patrimonio di competenze dei più anziani”. Inoltre Marina Calderone preme per una intesa sulla previdenza complementare.

Lavoratori e pensionati

I temi e le richieste che saranno messe a confronto dovranno comunque tener conto di alcuni dati che destano preoccupazione. In particolare il potenziale aumento della spesa previdenziale. A sottolineare la criticità dei numeri è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che ricorda come oggi ci sono circa 1,4 lavoratori per ogni pensionato, questo rapporto scenderà a 1,3 nel 2029 e a 1 nel 2050. Il

presidente di Itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, inoltre spiega che il rapporto minimo per garantire l’equilibrio finanziario dovrebbe essere di 1,5.

Serve occupazione

Il problema rimane, infatti, lo stesso da anni, ossia che la riforma della previdenza può essere fatta con soddisfazione di tutti, ma bisognerebbe aumentare il numero di lavoratori. Argomento questo che rimane il tema dei temi, con il paradosso che si incentiva economicamente il non lavoro e si penalizza chi lavora.

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