Il 59% degli utenti della tecnologia ritiene che le innovazioni saranno fondamentali per affrontare le sfide quotidiane causate dal cambiamento climatico nel corso del 2030. È quanto emerso da una ricerca di Ericsson basata sulle domande rivolte a oltre 15mila persone che hanno da poco iniziato a usare tecnologie di realtà virtuale e aumentata in 30 paesi nel mondo.
Secondo l’83% degli intervistati il mondo avrà raggiunto, o superato, il tasso di riscaldamento globale di 1,5°C considerato dagli accordi internazionali come il limite oltre il quale sono probabili eventi meteorologici più estremi e conseguenze climatiche negative. Circa il 55% nelle aree metropolitane ritiene che il cambiamento climatico avrà un impatto negativo sulle loro vite e prevede di ricorrere a soluzioni di connettività come contromisura. Le principali preoccupazioni riguardano: il costo della vita, l’accesso all’energia e alle risorse materiali e la necessità di una connettività sicura e affidabile in un periodo di turbolenze e clima incerto.
La ricerca individua anche le 10 tendenze tecnologiche in relazione all’ambiente. Tra questi ci sono i ‘cost cutters’, i servizi digitali che aiuteranno i consumatori a controllare i costi di cibo, energia e viaggi in situazioni di clima mutevole; le ‘unbroken connections’, connessioni Internet affidabili e resilienti che diventeranno sempre più importanti con l’aumento degli eventi meteorologici estremi. Ma anche ‘smart water’, servizi idrici più intelligenti per conservare e riutilizzare l’acqua che potrebbe scarseggiare nel 2030 e ‘new working climate’, con cui si prevede che gli assistenti AI aziendali pianificheranno spostamenti, compiti e risorse per ridurre al minimo l’impronta di carbonio legata al lavoro.